Abstract/Sommario: Nel 1923 la Gran Bretagna, Francia e Spagna firmarono la Convenzione di Parigi che stabiliva la creazione di una amministrazione internazionale della città i Tangeri. L'Italia rifiutò di accettare la Convenzione, col pretesto di non essere stata invitata ai colloqui preliminari. Il governo fascista, ritenendo l'Italia a pieno diritto una potenza mediterranea, riteneva di avere i titoli per partecipare alle trattative internazionali per una riorganizzazione delle questioni del Mediterra ...; [Leggi tutto...]
Nel 1923 la Gran Bretagna, Francia e Spagna firmarono la Convenzione di Parigi che stabiliva la creazione di una amministrazione internazionale della città i Tangeri. L'Italia rifiutò di accettare la Convenzione, col pretesto di non essere stata invitata ai colloqui preliminari. Il governo fascista, ritenendo l'Italia a pieno diritto una potenza mediterranea, riteneva di avere i titoli per partecipare alle trattative internazionali per una riorganizzazione delle questioni del Mediterraneo. Nella necessità di ampliare e rafforzare la sua posizione a Tangeri, per dimostrare alle altre potenze europee di avere degli interessi importanti nella città e pertanto di avere voce in capitolo l'Italia realizzò alcuni progetti, iniziati nel 1926, che comprendevano la creazione di un ufficio postale, un ospedale, una stazione di radiotelegrafo e delle scuole, per i quali vennero impiegati grandi risorse finanziarie e diplomatiche. Nel 1928, quando l'Italia fu ammessa nell'amministrazione internazionale, queste opere videro il loro apogeo. L'Italia le mantenne anche durante l'occupazione spagnola di Tangeri nel 1940, e anche dopo la fine della seconda guerra mondiale. Solo con l'indipendenza del Marocco la Zona internazionale di Tangeri finì, e così anche l'Italia abbandonò gradualmente l'impegno nelle sue istituzioni nella città