Abstract/Sommario: Poeta e politico, come Senghor, il padre dell'Angola indipendente si è scontrato con un groviglio di incredibili e tragiche difficoltà, prima e dopo l'indipendenza. Nato nel 1922 a Kaxicane, non lontano da Luanda da una famiglia metodista,, si recò a studiare a Lisbona, dove conobbe Amilcar Cabral, Mario Pinto de Andrade, Eduardo Mondlane e Marcelino dos Santos. Le sue attivtà politiche lo conducono in prigione, dove rimarrà per alcuni anni. Laureato in medicina (è il primo medico ango ...; [Leggi tutto...]
Poeta e politico, come Senghor, il padre dell'Angola indipendente si è scontrato con un groviglio di incredibili e tragiche difficoltà, prima e dopo l'indipendenza. Nato nel 1922 a Kaxicane, non lontano da Luanda da una famiglia metodista,, si recò a studiare a Lisbona, dove conobbe Amilcar Cabral, Mario Pinto de Andrade, Eduardo Mondlane e Marcelino dos Santos. Le sue attivtà politiche lo conducono in prigione, dove rimarrà per alcuni anni. Laureato in medicina (è il primo medico angolano) rientra in Angola e si dedica alla medicina e alla politica. La lotta per la liberazione dell'Angola viene combattuta da più movimenti politici: Mpla, Fnla, ma sarà solo con la 'rivoluzione dei garofani' e la fine della dittatura di Salazar in Portogallo (1974) che l'Angola raggiunge l'indipendenza. L'Angola isserà la sua bandiera l 11 novembre 1975, ma prima e dopo questa data i drammi si moltiplicano a dismisura. Neto è capo dello stato, ma Flna e Unita, foraggiati dalla Cia e sostenuti dal Sudafrica interferiscono pesantemente: in Angola è guerra civile. Neto richiede il sostegno dei sovietici e dei cubani. Nel 1977 un tentato golpe lascia dietro di sé migliaia di morti. Neto, per mettere fine alle lotte intestine, concede l'amnistia e invita gli esiliati a ritornare. Questo passo non è gradito a Mosca, che lo convoca. Muore subito dopo l'incontro con Breznev, dopo un'operazione d'urgenza a Mosca: nemmeno la vedova chiederà l'autopsia. Il potere passa nelle mani di Eduardo Josè dos Santos e continua la guerra civile
Abstract/Sommario: Poeta e politico, come Senghor, il padre dell'Angola indipendente si è scontrato con un groviglio di incredibili e tragiche difficoltà, prima e dopo l'indipendenza. Nato nel 1922 a Kaxicane, non lontano da Luanda da una famiglia metodista,, si recò a studiare a Lisbona, dove conobbe Amilcar Cabral, Mario Pinto de Andrade, Eduardo Mondlane e Marcelino dos Santos. Le sue attivtà politiche lo conducono in prigione, dove rimarrà per alcuni anni. Laureato in medicina (è il primo medico ango ...; [Leggi tutto...]
Poeta e politico, come Senghor, il padre dell'Angola indipendente si è scontrato con un groviglio di incredibili e tragiche difficoltà, prima e dopo l'indipendenza. Nato nel 1922 a Kaxicane, non lontano da Luanda da una famiglia metodista,, si recò a studiare a Lisbona, dove conobbe Amilcar Cabral, Mario Pinto de Andrade, Eduardo Mondlane e Marcelino dos Santos. Le sue attivtà politiche lo conducono in prigione, dove rimarrà per alcuni anni. Laureato in medicina (è il primo medico angolano) rientra in Angola e si dedica alla medicina e alla politica. La lotta per la liberazione dell'Angola viene combattuta da più movimenti politici: Mpla, Fnla, ma sarà solo con la 'rivoluzione dei garofani' e la fine della dittatura di Salazar in Portogallo (1974) che l'Angola raggiunge l'indipendenza. L'Angola isserà la sua bandiera l 11 novembre 1975, ma prima e dopo questa data i drammi si moltiplicano a dismisura. Neto è capo dello stato, ma Flna e Unita, foraggiati dalla Cia e sostenuti dal Sudafrica interferiscono pesantemente: in Angola è guerra civile. Neto richiede il sostegno dei sovietici e dei cubani. Nel 1977 un tentato golpe lascia dietro di sé migliaia di morti. Neto, per mettere fine alle lotte intestine, concede l'amnistia e invita gli esiliati a ritornare. Questo passo non è gradito a Mosca, che lo convoca. Muore subito dopo l'incontro con Breznev, dopo un'operazione d'urgenza a Mosca: nemmeno la vedova chiederà l'autopsia. Il potere passa nelle mani di Eduardo Josè dos Santos e continua la guerra civile
Abstract/Sommario: Sono famosi per la loro statura ma dovrebbero essere conosciuti per la loro saggezza: i pigmei dell'Ituri vivono nel cuore della foresta in accampamenti costruiti con rami e foglie, conducono un'esistenza semplice ed immutata nei secoli. Purtroppo il loro mondo rischia di scomparire per sempre, anche a causa della deforestazione. Per molto tempo i pigmei sono stati considerati un popolo di selvaggi e di primitivi. Il loro lungo isolamento nella foresta e la mancanza di contatti con l' ...; [Leggi tutto...]
Sono famosi per la loro statura ma dovrebbero essere conosciuti per la loro saggezza: i pigmei dell'Ituri vivono nel cuore della foresta in accampamenti costruiti con rami e foglie, conducono un'esistenza semplice ed immutata nei secoli. Purtroppo il loro mondo rischia di scomparire per sempre, anche a causa della deforestazione. Per molto tempo i pigmei sono stati considerati un popolo di selvaggi e di primitivi. Il loro lungo isolamento nella foresta e la mancanza di contatti con l'esterno hanno dato origine in passato ad assurde leggende che li dipingevano come animali bruttissimi e pericolosi. Inoltre l'ignoranza e l'arroganza dei primi osservatori bianchi hanno contribuito ad alimentare i pregiudizi circa le loro attitudini intellettuali e spirituali. Oggi le cose sono cambiate: nei libri di antropologia i pigmei africani sono descritti come autentici scienziati della natura e il loro straordinario bagaglio di conoscenza sugli ecosistemi forestali non finisce di stupire gli studiosi. L'articolo descrive usi e rituali dei pigmei