Abstract/Sommario: Dopo la sua fuga fuori dalla Cina, nel 1959, il Dalai Lama incarna, agli occhi dell'Occidente, il buddismo tibetano e la lotta dei Tibetani per l'autonomia dalla Cina. Benché il Dalai Lama non sia che il capo spirituale delle comunità monastiche, sul piano politico appare come difensore dell'identità del popolo tibetano. Il problema della sua successione pone difficoltà sia interne alla comunità tibetana in esilio sia esterne, per la volontà delle autorità cinesi comuniste di mante ...; [Leggi tutto...]
Dopo la sua fuga fuori dalla Cina, nel 1959, il Dalai Lama incarna, agli occhi dell'Occidente, il buddismo tibetano e la lotta dei Tibetani per l'autonomia dalla Cina. Benché il Dalai Lama non sia che il capo spirituale delle comunità monastiche, sul piano politico appare come difensore dell'identità del popolo tibetano. Il problema della sua successione pone difficoltà sia interne alla comunità tibetana in esilio sia esterne, per la volontà delle autorità cinesi comuniste di mantenere il controllo su una questione, apparentemente religiosa, ma eminentemente politica