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Abstract/Sommario: La lotta per le risorse idriche in Medio Oriente ha quasi prosciugato il Giordano. A meno di tre chilometri dalla sua sorgente in una stazione di pompaggio cinque grosse condutture si immergono nel fiume e ne prelevano le acque. Le acque del Giordano, che un tempo irrigavano i campi della Cisgiordania, sono convogliate verso Tel Aviv e nel deserto del Negev, permettendo ad Israele di sviluppare una ricca agricoltura ed un'industria ad alta tecnologia. Anche Giordania e Siria hanno fatt ...; [Leggi tutto...] La lotta per le risorse idriche in Medio Oriente ha quasi prosciugato il Giordano. A meno di tre chilometri dalla sua sorgente in una stazione di pompaggio cinque grosse condutture si immergono nel fiume e ne prelevano le acque. Le acque del Giordano, che un tempo irrigavano i campi della Cisgiordania, sono convogliate verso Tel Aviv e nel deserto del Negev, permettendo ad Israele di sviluppare una ricca agricoltura ed un'industria ad alta tecnologia. Anche Giordania e Siria hanno fatto lo stesso: dalla fine della guerra dei Sei giorni hanno stretto il controllo delle risorse idriche sul loro territorio. Israele controlla l'80% dell'acqua nel sottosuolo della Cisgiordania, a cui accede principalmente dalle sorgenti che si trovano nel suo territorio. Il dibattito sull'equa spartizione delle risorse idriche è uno dei tanti da affrontare per arrivare alla soluzione del conflitto israelo-palestinese. Anche nella striscia di Gaza l'eccessivo sfruttamento della falda ha provocato l'inquinamento dell'acqua. In Cisgiordania le acque superficiali rischiano di diventare fogne a cielo aperto: l'autorità palestinese ha un solo impianto di depurazione in tutta la Cisgiordania, ma più del 90% della popolazione scarica i liquami in pozzi neri o direttamente nelle valli in secca, che , non trattate, rischiano di infiltrarsi nella falda

Abstract/Sommario: Le operazioni umanitarie si sono moltiplicate. Ma l'industria degli aiuti rischia di alimentare i conflitti senza risolvere i problemi delle popolazioni. Inchiesta per il New Yorker. Dagli aiuti al Biafra negli anni '70 ai nostri giorni, le crisi umanitarie sono quasi sempre conseguenza di circostanze politiche, e non esiste un modo non politico di risolverle. Nel migliore dei casi, il ruolo degli operatori umanitari ufficialmente neutrali e apolitici è quello di addetti all'approvvigi ...; [Leggi tutto...] Le operazioni umanitarie si sono moltiplicate. Ma l'industria degli aiuti rischia di alimentare i conflitti senza risolvere i problemi delle popolazioni. Inchiesta per il New Yorker. Dagli aiuti al Biafra negli anni '70 ai nostri giorni, le crisi umanitarie sono quasi sempre conseguenza di circostanze politiche, e non esiste un modo non politico di risolverle. Nel migliore dei casi, il ruolo degli operatori umanitari ufficialmente neutrali e apolitici è quello di addetti all'approvvigionamento. Nel peggiore dei casi si contribuisce a mantenere segrete le atrocità di cui gli operatori vengono a conoscenza. Risponde alla critica David Rieff: anche le ong fanno degli errori, ma attaccare in modo indiscriminato ogni intervento umanitario è scorretto

Abstract/Sommario: In Bolivia una comunià indigena guaranì si è ribellata ai latifondisti, a causa delle condizioni di vita durissime, da schiavi, cui erano costretti. Intervento governativo, a seguito della nuova costituzione boliviana, approvata il 25 gennaio 2009 in base alla quale (art. 398) si possono esproriare le proprietà agricole superiori ai 5.000 ettari

Abstract/Sommario: Wang Keqin è il più importante giornalista investigativo della Cina. Le sue inchieste hanno fatto infuriare governo e criminali, che hanno messo una taglia sulla sua testa. Anche se in alcuni casi Pechino favorisce il giornalismo d'inchiesta, i reporter sono limitati dalla legge che li obbliga a parlare solo dei fatti locali. In un paese dove i cittadini hanno poche possibilità di costringere i potenti a rendere conto delle loro azioni, un giornalismo coraggioso e attendibile è fond ...; [Leggi tutto...] Wang Keqin è il più importante giornalista investigativo della Cina. Le sue inchieste hanno fatto infuriare governo e criminali, che hanno messo una taglia sulla sua testa. Anche se in alcuni casi Pechino favorisce il giornalismo d'inchiesta, i reporter sono limitati dalla legge che li obbliga a parlare solo dei fatti locali. In un paese dove i cittadini hanno poche possibilità di costringere i potenti a rendere conto delle loro azioni, un giornalismo coraggioso e attendibile è fondamentale. Wang si è occupato di vari temi: dalle confische dei terreni ai pericoli delle miniere, sino alla diffusione dell'hiv attraverso le trasfusioni di sangue infetto