Abstract/Sommario: L'articolo offre un profilo biografico del metropolita Szeptyckyj, nato da nobile famiglia polacca residente in Rutenia (attuale Ucraina). In un periodo di forti contraddizioni storiche, il suo impegno religioso e politico erano volti ad affermare l'unità delle confessioni cristiane in un'ottica nazionale e la necessità di una giustizia sociale e politica al di sopra degli interessi delle singole etnie nel suo paese (la ex-Galizia). Parallelamente egli propugnò attivamente il movimen ...; [Leggi tutto...]
L'articolo offre un profilo biografico del metropolita Szeptyckyj, nato da nobile famiglia polacca residente in Rutenia (attuale Ucraina). In un periodo di forti contraddizioni storiche, il suo impegno religioso e politico erano volti ad affermare l'unità delle confessioni cristiane in un'ottica nazionale e la necessità di una giustizia sociale e politica al di sopra degli interessi delle singole etnie nel suo paese (la ex-Galizia). Parallelamente egli propugnò attivamente il movimento per l'unificazione delle Chiese cristiane in Russia: nel 1907 ricevette dal papa Pio X i pieni poteri a tal fine . Intraprese perciò un viaggio in Russia, dove fu visto con ostilità non solo dagli ortodossi, ma anche dalla gerarchia della chiesa cattolica di San Pietroburgo poichè egli propugnava un cattolicesimo inserito nella tradizione russa, che non fosse identificato con una tradizione 'straniera', assimilato alla comunità di origine polacca o lituana. Dopo tre anni di prigionia (1914-17) nel 1917 organizzo il primo sinodo della chiesa cattolica russa a San Pietroburgo. Tornato a Lviv, in Ucraina, considerò storicamente corretto legare le sorti della chiesa cattolica orientale alle sorti della nazione Ucraina piuttosto che polacca. Gli sconvolgimenti territoriali e politici seguiti al crollo dell'impero austro-ungarico e all'avvento al potere dei bolscevichi in Russia ebbero ripercussioni anche sulla organizzazione delle chiese cristiane. La Polonia si annesse parte dei territori della Galizia e i vescovi dovettero giurare fedeltà al governo, compreso il metropolita Szeptyckyj, che si trovò in un dilemma: come tutelare comunque i diritti della popolazione ucraina. Egli cercò sempre di anteporre il cristianesimo quale forza unificatrice delle varie nazionalità, opponendosi agli invasori russi e successivamente ai tedeschi, deplorando anche le persecuzioni degli ebrei e numerosi progrom che ebbero luogo in Ucraina nel 1942: diede disposizioni per nascondere gli ebrei nei monasteri e nelle chiese. Delle persecuzioni agli ebrei scriveva personalmente a Pio 12. L'autore dell'articolo conclude evidenziando come il Metropolita Szeptyckyj sia divenuto per gli ucraini una istituzione nazionale, anche se è altrettanto vero che egli si oppose agli estremismi che andavano al di là dei limiti della morale cristiana; egli rimane un simbolo di unione per i cattolici e gli ortodossi ucraini.
Abstract/Sommario: L'articolo esamina l'azione del Metropolita Szeptyckyj a favore dell'Unione delle Chiese. L'autore precisa i termini storici e religiosi di tale termine: per il Metropolita si trattava di una comunione fraterna di tutti i cristiani, separatisi nell' 11. sec., di qualunque etnia o rito, sotto uno stesso pastore, il Papa di Roma, nel rispetto dei riti e delle tradizioni liturgiche delineate nei secoli. La separazione tra la chiesa cattolica e quella ortodossa era da lui vista come un m ...; [Leggi tutto...]
L'articolo esamina l'azione del Metropolita Szeptyckyj a favore dell'Unione delle Chiese. L'autore precisa i termini storici e religiosi di tale termine: per il Metropolita si trattava di una comunione fraterna di tutti i cristiani, separatisi nell' 11. sec., di qualunque etnia o rito, sotto uno stesso pastore, il Papa di Roma, nel rispetto dei riti e delle tradizioni liturgiche delineate nei secoli. La separazione tra la chiesa cattolica e quella ortodossa era da lui vista come un malinteso riparabile con la buona volontà reciproca; era fermamente convinto che invece tale ravvicinamento non fosse possibile con il protestantesimo. Egli riteneva che tra chiesa cattolica e ortodossa ciò fosse possibile in quanto il Papa non è Latino ma cattolico e quindi la sua suprema autorità era valida in quanto padre e pastore della chiesa universale. L'articolo si sofferma sull'azione del Metropolita per la realizzazione di tale scopo: in Russia il progetto era di riportare la chiesa ortodossa russa all'unione con Roma e, con il comunismo, ri-evangelizzare una nazione atea. In questo periodo egli dedica particolare attenzione ad alcuni temi giudicati importanti ai fini dell'Unione: la purificazione del rito e la creazione di un ordine monastico orientale. Egli vedeva che il rito in uso presso gli uniati era troppo latino e non era recepito presso gli ortodossi, che vedevano in esso la perdita della loro specificità orientale. Pertanto giudicava corretto che essi potessero diventare cattolici pur mantenendo i propri riti e liturgie. Per quanto riguarda il monachesimo, con l'aiuto del fratello creò l' ordine degli Studiti, che avevano il compito di lavorare per l'Unione delle chiese. Egli organizzò due congressi a Velehrad (1907-1910) per definire quali passi concreti intraprendere per giungere all'unione delle chiese, cominciando dalla reciproca conoscenza. La seconda guerra mondiale e il deperire della sua salute frenarono la sua speranza nella possibile unione universale delle chiese: non così a livello nazionale. Egli infatti pensò all'Ucraina e al suo popolo auspicando che l'unità tra cattolici orientali e ortodossi potesse contribuire all'identità nazionale. L'articolo si conclude sottolineando le differenze tra le idee di Unità delle chiese portata avanti dal Metropolita, che risentivano ancora dell'impostazione del concilio tridentino, e la proposta ecumenica scaturita dal Vaticano II. Giovanni Paolo II non esitò comunque a riconoscere il valore di precursore al metropolita
Abstract/Sommario: La figura dell'Anticristo, che nella cultura occidentale sembra quasi relegata al mito, occupava ed occupa un posto importante nella coscienza religiosa russa. Esso è la personificazione del male il cui viso si nasconde sotto apparenze menzognere. Nell'opera dello scrittore l'Anticristo si cela sotto le spoglie di un uomo che sembra fare le opere di Dio, ma che in realtà è un mistificatore, che si ritiene Dio e sarà venerato come Dio, rinnegando la divinità e centralità di Cristo. La p ...; [Leggi tutto...]
La figura dell'Anticristo, che nella cultura occidentale sembra quasi relegata al mito, occupava ed occupa un posto importante nella coscienza religiosa russa. Esso è la personificazione del male il cui viso si nasconde sotto apparenze menzognere. Nell'opera dello scrittore l'Anticristo si cela sotto le spoglie di un uomo che sembra fare le opere di Dio, ma che in realtà è un mistificatore, che si ritiene Dio e sarà venerato come Dio, rinnegando la divinità e centralità di Cristo. La patristica da due figure dell'Anticristo: l'una in cui egli nasconde la sua vera natura con la menzogna, per svelarla una volta avuto il potere sugli uomini, l'altra in cui egli da subito mostra il suo vero volto di scelleratezza. Nella cultura russa queste tradizioni convivono, accanto alla visione apocalittica, che seguirà la venuta dell'Anticristo. Per Solovev nella Chiesa di Cristo si deve vedere la pienezza immanente dell'Essere divino ma anche l'unità dell'essere umano con la pienezza di Dio: da ciò proviene la sua visione dell'unità delle Chiese come indispensabile, anche se verso la fine della sua vita egli riteneva che non fosse realizzabile in terra, ma in una prospettiva escatologica.
Abstract/Sommario: L'articolo apre il fascicolo dedicato alla figura del metropolita André Szeptyckyj, della chiesa cattolica di rito bizantino dell'Ucraina che pose le premesse di quel che si può definire un 'pre-ecumenismo cattolico', anche se la sua concezione dell'unità rimane segnata dalla retorica del 'ritorno dei dissidenti', fondato su un ravvicinamento prima di tutto spirituale tra la chiesa cattolica e la russa ortodossa. Sin dal 1887 il suo interesse per la Russia ortodossa l'aveva condotto a ...; [Leggi tutto...]
L'articolo apre il fascicolo dedicato alla figura del metropolita André Szeptyckyj, della chiesa cattolica di rito bizantino dell'Ucraina che pose le premesse di quel che si può definire un 'pre-ecumenismo cattolico', anche se la sua concezione dell'unità rimane segnata dalla retorica del 'ritorno dei dissidenti', fondato su un ravvicinamento prima di tutto spirituale tra la chiesa cattolica e la russa ortodossa. Sin dal 1887 il suo interesse per la Russia ortodossa l'aveva condotto ad incontrare Vladimir Soloviev, profeta dell'unitotalità'. Nel presente articolo l'autore esamina gli anni dal 1900 al 1914: nell'Impero austro-ungarico, allorché il Metropolita André (che Leone 13. designò col nome di Lvov nel 1901), prese possesso del seggio di Leopoli nel 1901. L'Ucraina contava un milione di fedeli di rito bizantino e di 900.000 cattolici latini, essenzialmente polacchi. Nonostante le tensioni tra le due comunità i cattolici uniati erano liberi di praticare la loro fede, contrariamente a ciò che avveniva nell'impero russo, dove circa 3 milioni di cattolici di rito bizantino ancora risiedevano. Il metropolita, proponendosi di favorire l'unione degli ortodossi e dei cattolici in Russia ottenne direttamente da Pio 10. delle prerogative quasi da patriarca senza dover passare dal Segretario di Stato della Santa Sede. Egli intraprese un viaggio in Russia, dove ebbe grandi difficoltà anche con il vescovo di San Pietroburgo. Allo scoppio della prima guerra mondiale fu fatto prigioniero dai russi e rimase in prigione sino al 1917: liberato fece ritorno a San Pietroburgo con il proposito di entrare in contatto con tutte le comunità uniate in Russia, al fine di portar loro aiuto e conforto spirituale. L'articolo conclude con l'auspicio che nel 21. secolo in Russia il messaggio evangelico sia annunciato non solo dai cattolici ma anche dagli ortodossi, in una unione delle chiese che possa far fronte alle nuove sfide poste dall'Asia.
Abstract/Sommario: Negli ultimi anni della sua vita il filosofo russo Solovev scriveva che la radice del male risiede nella separazione tra la lettera lo spirito, tra la forma e la sostanza. I tempi moderni sono spesso caratterizzati da una divisione tra l'antropologia e la cristologia, la vita activa e la vita contemplativa (Hanna Arendt). L'unione del divino e dell'umano si è compiuta individualmente nella persona del Cristo. Nella sua opera di filosofia morale : La giustificazione del bene (1897) ...; [Leggi tutto...]
Negli ultimi anni della sua vita il filosofo russo Solovev scriveva che la radice del male risiede nella separazione tra la lettera lo spirito, tra la forma e la sostanza. I tempi moderni sono spesso caratterizzati da una divisione tra l'antropologia e la cristologia, la vita activa e la vita contemplativa (Hanna Arendt). L'unione del divino e dell'umano si è compiuta individualmente nella persona del Cristo. Nella sua opera di filosofia morale : La giustificazione del bene (1897), Solovev enuncia che scopo del libro è di mostrare il Bene come vero e giusto, cioè il solo cammino di vita retto e con un senso, in tutto e sino alla fine, per coloro che lo scieglieranno.