Abstract/Sommario: IL senso della vita per i cristiani è profondamente influenzato dalla vita e morte di Cristo: l'articolo si propone di riflettere su due film : Il Vangelo secondo Matteo, del regista Pier Paolo Pasolini (1964) e The Passion of Christ di Mel Gibson (2004). Alcuni momenti forti della vita di Gesù. in particolare riguardanti la sofferenza e crocifissione sono uno shock per la mite cultura giapponese. In occidente siamo oramai anestetizzati all'orrore e allo scandalo della croce. Pasolin ...; [Leggi tutto...]
IL senso della vita per i cristiani è profondamente influenzato dalla vita e morte di Cristo: l'articolo si propone di riflettere su due film : Il Vangelo secondo Matteo, del regista Pier Paolo Pasolini (1964) e The Passion of Christ di Mel Gibson (2004). Alcuni momenti forti della vita di Gesù. in particolare riguardanti la sofferenza e crocifissione sono uno shock per la mite cultura giapponese. In occidente siamo oramai anestetizzati all'orrore e allo scandalo della croce. Pasolini presenta un Cristo mite con i poveri e i bambini ma non con i potenti: la scacciata dei mercanti dal tempio lascia interdetti i sacerdoti shinto, abituati ad accogliere nei loro templi venditori. Importante nel film di Pasolini è la figura della Vergine. L'autore è critico verso l'orrore e l'atrocità documentata passo a passo nel film di Gibson. Altro punto di confronto tra i due film e l'impatto nella cultura giapponese è la Resurrezione : Pasolini non la mostra, in accordo con il Vangelo di Matteo: solo la successiva scena delle pie donne al sepolcro e la comparsa dell'angelo che annuncia loro la resurrezione. Gibson, seguendo più una sua personale ispirazione artistica che la narrazione delle fonti evangeliche, mostra la Resurrezione di Cristo e si conclude nella tomba. Pasolini invece continua il film su una collina, con una folla che attornia la figura di Cristo risorto e il suo invito a diffondere la Buona Novella battezzando nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo e la sua promessa di essere con coloro che lo seguiranno. L'accettazione della morte, come fatto naturale è fondamentale nella cultura giapponese: da qui il grande impatto della resurrezione.
Abstract/Sommario: Attraverso il linguaggio dei film l'autore dell'articolo propone una riflessione su come la cultura giapponese approccia la morte. Il corpo del defunto in molti films non viene mostrato, le spoglie non rivestono importanza. Nella cultura cristiana importanza viene data alla spoglia, e il corpo nella promessa della vita ultraterrena, è ben presente nella religiosità cristiana. La morte è un fatto comune, naturale: i funerali si svolgono all'interno delle mura domestiche. Nei films, com ...; [Leggi tutto...]
Attraverso il linguaggio dei film l'autore dell'articolo propone una riflessione su come la cultura giapponese approccia la morte. Il corpo del defunto in molti films non viene mostrato, le spoglie non rivestono importanza. Nella cultura cristiana importanza viene data alla spoglia, e il corpo nella promessa della vita ultraterrena, è ben presente nella religiosità cristiana. La morte è un fatto comune, naturale: i funerali si svolgono all'interno delle mura domestiche. Nei films, come nella vita quotidiana, la morte è più attesa come evento naturale che accettata: non si vedono le scene drammatiche della cultura occidentale. Un altro contrasto con la cultura occidentale è il comportamento dei morti nell'altra vita: gli zombies a cui il cinema occidentale ci ha abituati non esistono in Giappone. Tutt'al più si tratta di singoli defunti che hanno ancora delle situazioni in sospeso da sistemare e generalmente se la prendono con cattivi individui. Anche il momento del trapasso, anche se si tratta di morte violenta, viene ricondotto nei termini di un codice (es. samurai) e pertanto socialmente naturale, oppure sugli schermi viene presentato con decoro: le persone muoiono in ospedale, o nel loro letto, circondati dalla famiglia