Abstract/Sommario: Dopo i paesi produttori di idrocarburi dell'America del Sud, il nazionalismo economico sta ora conquistando gli stati produttori di diamanti dell'Africa, che esigono dall'industria la trasformazione del bene in casa propria, così da trarne un plusvalore e occupazione. L'Africa (con Botswana, Sudafrica, Angola Rd Congo, Namibia) incide per il 60 % sul volume e sulla produzione mondiale di diamanti grezzi e intende profittare della situazione di oligopolio in cui si trovano le imprese mi ...; [Leggi tutto...]
Dopo i paesi produttori di idrocarburi dell'America del Sud, il nazionalismo economico sta ora conquistando gli stati produttori di diamanti dell'Africa, che esigono dall'industria la trasformazione del bene in casa propria, così da trarne un plusvalore e occupazione. L'Africa (con Botswana, Sudafrica, Angola Rd Congo, Namibia) incide per il 60 % sul volume e sulla produzione mondiale di diamanti grezzi e intende profittare della situazione di oligopolio in cui si trovano le imprese minerarie produttrici - come le filiali di De Beers e la ditta angolana di stato Endiama) per imporre le condizioni di mercato. Ma la scommessa della raffinazione dei diamanti sul posto è di più difficile realizzazione: il continente soffre di una grave mancanza di manodopera nel settore del taglio di diamanti e l'Asia, soprattutto l'India, gode di un notevole vantaggio rispetto all'Africa e di una competitività per i bassi costi della mano d'opera
Abstract/Sommario: Secondo l'A. il commercio internazionale dell'oro è un sistema predatorio complesso che collega a uno stesso filo società minerarie, capi di stati corrotti, mercenari dei paesi dell'Est europeo, grandi banche, commercianti in materie prime, società svizzere di raffineria e oreficeria, molte delle quali italiane. Più di 34 paesi africani producono il prezioso metallo, per un totale di 600 tonnellate annue, ma l'80% dei giacimenti è sotto il controllo di compagnie multinazionali, sosten ...; [Leggi tutto...]
Secondo l'A. il commercio internazionale dell'oro è un sistema predatorio complesso che collega a uno stesso filo società minerarie, capi di stati corrotti, mercenari dei paesi dell'Est europeo, grandi banche, commercianti in materie prime, società svizzere di raffineria e oreficeria, molte delle quali italiane. Più di 34 paesi africani producono il prezioso metallo, per un totale di 600 tonnellate annue, ma l'80% dei giacimenti è sotto il controllo di compagnie multinazionali, sostenute dalla finanza internazionale (Royal Bank of Canada, la J. P. Morgan, l'Union des Banques Suisses -Ubs- e la francese Société Générale) . Il più grande investitore nel settore dell'estrazione dell'oro africano è, da oltre vent'anni, la divisione Oil, Gaz, Mining della Banca mondiale. Un terzo di quello estratto artigianalmente nel continente africano, per un valore di 8 miliardi di euro, aumenta il mercato illegale. La Svizzera è il centro nevralgico della lavorazione, deposito e commercio dell'oro, spesso proveniente da circuiti del contrabbando. In mancanza di sistema di certificazione, come per i diamanti, l'oro sporco non lascia traccia e diviene utilissimo strumento di riciclaggio di denaro, prima di trasformarsi in gioielli di lusso
Abstract/Sommario: Tratto dal Rapporto 2007-2008 sullo sviluppo umano dell'UNDP l'articolo offre una tabella in cui si danno le percentuali delle spese militari in Africa, per ogni singolo Pase, negli anni 1990, 2000 e 2006