Abstract/Sommario: Il dossier offre una panoramica sui principali aspetti e le principali correnti del pensiero teologico che negli ultimi 50 anni hanno attraversato l'Africa nera di lingua inglese, prendendo come data di inizio la pubblicazione del libro "Des prêtres noirs s'interrogent", avvenuta a Parigi nel 1956, lavoro collettivo di un gruppo di preti neri, africani e haitiani, che affrontavano apertamente il tema della loro identità nella chiesa cattolica. L'autore, teologo e filosofo congolese, ...; [Leggi tutto...]
Il dossier offre una panoramica sui principali aspetti e le principali correnti del pensiero teologico che negli ultimi 50 anni hanno attraversato l'Africa nera di lingua inglese, prendendo come data di inizio la pubblicazione del libro "Des prêtres noirs s'interrogent", avvenuta a Parigi nel 1956, lavoro collettivo di un gruppo di preti neri, africani e haitiani, che affrontavano apertamente il tema della loro identità nella chiesa cattolica. L'autore, teologo e filosofo congolese, focalizza la sua analisi sulle modalità e strategie africane di appropriazione della "Buona notizia" del Cristo morto e risorto, che ha sempre accompagnato gli africani negli sconvolgimenti socio-politici del periodo post-coloniale. In particolare: Autonomia e comunione: liturgie inculturate (ogni popolo ha la necessità e il diritto di esprimere la fede secondo le proprie categorie culturali); Il mondo degli spiriti: confrontarsi con le religioni tradizionali (ciò che è invisibile gioca un ruolo fondamentale nelle culture subsahariane, come emerge nella teologia spirituale della liberazione del vescovo Patrick Augustine Kalilombe e nella pratica pastorale, terapeutica di liberazione-guarigione di Emmanuel Milingo); La carne nera del Verbo: confronto necessario (indispensabile il dialogo tra religioni tradizionali africane e Bibbia (John Mbiti) se si vuole fondare una cristologia nero-biblica (Justin Upkong) e inculturata (Charles Nyamiti); Liberazione al centro: Africa centrale e orientale (teologie e cristologie che si confrontano con le piaghe politiche e sociali che attraversano il continente, nel pensiero di Laurenti Magesa che diede un'interpretazione teologica del socialismo africano, del pastore anglicano Ki Mana che si focalizza sull'imperativo etico della trasformazione socio-politica e della ricostruzione delle società disintegrate dell'Africa post-coloniale); Cristo, il "proto-antenato": Africa occidentale (per conoscere la teologia africana non si può prescindere dalle opere dei teologi presbiteriano- ghaneani Emmanuel Martey e Kwame Bediako, per l'ultimo dei quali l'innegabile monoteismo delle religioni africane, al di là delle accuse di politeismo, va tenuto presente quando si analizza l'incidenza che le credenze e le pratiche religiose hanno sulla vita degli africani di oggi: l'avvento di Cristo in Africa consente agli africani di identificare Cristo quale inviato di Dio per eccellenza, che si può anche definire antenato o 'proto-antenato'. Ma la sua venuta dovrà 'decentrare' e relativizzare sensibilmente la mediazione soteriologica degli antenati, senza peraltro congedarli dalla scena religiosa africana); Il Dio degli oppressi: Sudafrica, teologie nere della liberazione (il pensiero teologico come forza di trasformazione sociale ai tempi dell'apartheid, ma anche oggi. I teologi sudafricani Bengt G. M. Sundkler, Simon M. Maimela, Desmond Tutu, Allan Boesak e Albert Nolan)