Abstract/Sommario: L'articolo affronta, tra gli altri il tema dell'atteggiamento dell'episcopato africano riguardo alla schiavitù negra in un cammino di Verità e Riconciliazione. Grazie a Giovanni Paolo 2. questo cammino è stato intrapreso nella Chiesa. Le questioni teologiche che sono sorte in seguito alle domande di perdono di Giovanni Paolo 2. e che emergono dal documento della Commissione Teologica Internazionale sono di tre ordini: - che significato può avere il riconoscere e chiedere perdono per l ...; [Leggi tutto...]
L'articolo affronta, tra gli altri il tema dell'atteggiamento dell'episcopato africano riguardo alla schiavitù negra in un cammino di Verità e Riconciliazione. Grazie a Giovanni Paolo 2. questo cammino è stato intrapreso nella Chiesa. Le questioni teologiche che sono sorte in seguito alle domande di perdono di Giovanni Paolo 2. e che emergono dal documento della Commissione Teologica Internazionale sono di tre ordini: - che significato può avere il riconoscere e chiedere perdono per le colpe dei padri? - che significa esattamente "confessare"? - si può avere "confessione" senza lode? L'articolo si conclude con alcuni suggerimenti pastorali: intraprendere uno studio approfondito della schiavitù secondo le tre are linguistiche dell'Africa (francese, inglese e portoghese) per arrivare ad un piano d'azione centrato sulla rinascita dell'Uomo negro; promuovere un'etica della dignità della razza nera; eleaborare e mettere in opera una catechesi e una educazione della coscienza storica; promuovere la responsabilità personale, nel pensiero come nell'azione, su tutto il continente nero; trovare la giusta visuale di cooperazione con gli stati africani; imprimere un nuovo dinamismo al laicato e all'apostolato dei laici; mettere in luce le connessioni esitenti tra la schiavitù del passato e le nuove schiavitù; approfondire l'inculturazione; chiedere alle facoltà di teologia africane ed europee di porre l'accento sul tema della riconciliazione e guarigione delle memorie
Abstract/Sommario: A 29 anni dalla caduta del regime dei khmer rossi in Cambogia si è installato il ribunale internazionale, sotto l'egida dell'Onu, per processare i principali imputati dei crimini commessi. Il lungo, mancato riconoscimento del genocisio ha dato adito all'arroganza dei principali carnefici, impedendo per lungo tempo il processo. Benchè i fatti sembrino rmai stabiliti, il quadro d'interpretazione nel quale si debbono comprendere le atrocità perpetrate continua ad essere oggetto di controv ...; [Leggi tutto...]
A 29 anni dalla caduta del regime dei khmer rossi in Cambogia si è installato il ribunale internazionale, sotto l'egida dell'Onu, per processare i principali imputati dei crimini commessi. Il lungo, mancato riconoscimento del genocisio ha dato adito all'arroganza dei principali carnefici, impedendo per lungo tempo il processo. Benchè i fatti sembrino rmai stabiliti, il quadro d'interpretazione nel quale si debbono comprendere le atrocità perpetrate continua ad essere oggetto di controversia circa l'uso del termine 'genocidio' per qualificare il regime dei Khmer rossi. Conformemente alla loro 'utopia assassina' i Khmer rossi volevano creare un nuovo tipo di individui e distinguevano il popolo cambogiano tre gruppi: i decaduti (membri dell'antico regime di Lon Nol, proprietari terrieri che dovevano essere eliminati), i candidati ( nuovo popolo costituito prevalentemetne da abitanti delle città, chiamati anche i "75", che dovevano essere rieducati epurificati a contatto con il popolo di base. Trasferiti, sottoposti a marce estenuanti, intenzionalmente sotto-alimenatate, furono i più decimati). Infine gli 'aventi pieni diritti' (popolo di base che corrisponde alle zone occupate dai khmer rossi dal 1970). I 'candidati' e gli 'aventi pieni dirritti ' dovevano dare luogo al popolo rigenerato all'altezza di uno stato sociale, egualitario, comunitario, etnicamente epurato. Numerose minoranze etniche vennero epurate: cham, cinesi, vietnamiti; gruppi religiosi: clero buddhista, musulmani, clero cattolico). Oltre as attuare l disintegrazione sociale, l'ideologia dei khmer rossi continuò a infrangere senza tregua il vincolo fra generazioni, distruggendo i sentimenti filiali: i bambini vennere treasformati in chlop, persone incaricate di spiare nelle lor ostesse famiglie. I più giovani avevano anche l'ordine di far uccidere i più anziani e così via, di negare il matrimonio per libera scelta personale, di negare i riti funebri agli oltre due milioni di persone assassinate, facendone dei' morti cattidi' o 'morti crudi', come vengono chiamati. Il popolo teme l'influsso di questi morti, che poteva essere spezzato da sortilegi. La cattiva morte di due milioni di persone ne sostituì la morte naturale: queste persone assassinate dai khmer rossi non possono trovare asilo nelal comunità cambogiana, rivelando i problemi e i conflitti della memoria. Le ferite sociali lasciate dal regime sono profondamente radicate, in particolare la mancanza di appartenenza ad una comunità. : il desiderio sfrenato di consumismo che si traduce nelal corsa al denaro e alla corruzione.