Abstract/Sommario: L'autrice dell'articolo illustra la sua esperienza di meditazione presso il Centro di meditazione Panditarama di Yangon, in Birmania, sotto la guida del Venerabile U Pandita Sayadaw, principale discepolo del defunto Mahasi Sayadaw, il maggiore esponente internazionale della pratica del Vipassana, tecnica meditativa del Buddhismo Theravada. Successivamente continua la sua esperienza presso il più grande monastero della Birmania, che ospita 1500 monaci, il Wahagandayon di Mandalay, sott ...; [Leggi tutto...]
L'autrice dell'articolo illustra la sua esperienza di meditazione presso il Centro di meditazione Panditarama di Yangon, in Birmania, sotto la guida del Venerabile U Pandita Sayadaw, principale discepolo del defunto Mahasi Sayadaw, il maggiore esponente internazionale della pratica del Vipassana, tecnica meditativa del Buddhismo Theravada. Successivamente continua la sua esperienza presso il più grande monastero della Birmania, che ospita 1500 monaci, il Wahagandayon di Mandalay, sotto la guida del monaco U Kelasa. Oltre a una breve sintesi delle tecniche meditative, l'autrice offre una serie di riflessioni su meditazione e psicologia, consapevolezza e religione. L'articolo è correlato di bibliografia
Abstract/Sommario: L'articolo espone i risultati di una ricerca sul campo condotta dall'autrice nella zona di via Padova a Milano, che si connota per l'alta presenza di immigrati, soprattutto arabi, ma anche latino-americani e cinesi. La ricerca puntualizza come la zona non sia vissuta dagli immigrati, soprattutto di fede mussulmana, come favorevole: in mancanza di altre opportunità si è creata una forte presenza, anche grazie al ruolo di aggregazione svolto dalla presenza della moschea e dall'insediame ...; [Leggi tutto...]
L'articolo espone i risultati di una ricerca sul campo condotta dall'autrice nella zona di via Padova a Milano, che si connota per l'alta presenza di immigrati, soprattutto arabi, ma anche latino-americani e cinesi. La ricerca puntualizza come la zona non sia vissuta dagli immigrati, soprattutto di fede mussulmana, come favorevole: in mancanza di altre opportunità si è creata una forte presenza, anche grazie al ruolo di aggregazione svolto dalla presenza della moschea e dall'insediamento, alcuni decenni fa, di un gruppo nutrito di membri dell'Unione degli studenti islamici, che fecero anche da mediatori per gli affitti.Ma la zona non viene vissuta come luogo di appartenenza e i mussulmani cercano punti di riferimento e di incontro anche altrove, sia per le preghiere rituali che per gli acquisti alimentari. Ancora più pesante la situazione delle donne, che di fatto si vedono confinate nelle mura domestiche per gli obblighi della casa e della famiglia e che hanno anche più difficoltà con la lingua italiana, non conducendo una vita sociale.