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Abstract/Sommario: L'articolo riporta il contributo presentato al convegno organizzato dall'Is.I.A.O "Per conoscere gli altri: Al confine tra oriente e occidente: relazione e conflitto", tenutosi a Milano il 2 Dicembre 2006. Le speranze connesse al programma di ricostruzione politica e istituzionale dell'Afghanistan non si sono realizzate e la violenza ostacola il consolidamento dell'autorità centrale, necessario per la ricostruzione e la promozione di riforme sociali ed economiche alternative all'op ...; [Leggi tutto...] L'articolo riporta il contributo presentato al convegno organizzato dall'Is.I.A.O "Per conoscere gli altri: Al confine tra oriente e occidente: relazione e conflitto", tenutosi a Milano il 2 Dicembre 2006. Le speranze connesse al programma di ricostruzione politica e istituzionale dell'Afghanistan non si sono realizzate e la violenza ostacola il consolidamento dell'autorità centrale, necessario per la ricostruzione e la promozione di riforme sociali ed economiche alternative all'oppio, che rimane la componente principale dell'economia afghana. Il Parlamento afghano riflette le divisioni clanico-tribali. Indubbiamente mancano in Afghanistan i prerequisiti di un sistema democratico, che manca come prassi sociale e non è legato, come sostenevano i mass media, al potere dei talebani. L'articolo si interroga sul ruolo dell'Islam nel processo di ricostruzione politica in corso. La collaborazione delle autorità religiose è indispensabile per un maggior rispetto dei diritti umani; ma in Afghanistan prevalgono consueitudini patriarcali e letture conservatrici dell'Islam, il potere è frazionato localmente. La forza internazionale di pace Isaf, che aveva l'obiettivo di mantenere l'ordine come premessa alla ricostruzione si è scontrata con l'azione dei signori della guerra ed è passata ad azioni militari analoghe a quelle di Enduring Freedom. Del resto i Talibani sono più forti laddove il sistema centrale è inesistente. L'A. conclude sulla necessità di adottare politche internazionali più attente alle peculiarità delal società afghana e al contesto regionale e che risponda maggiormente alle reali esigenze della popolazione

Abstract/Sommario: L'articolo riporta il contributo presentato al convegno organizzato dall'Is.I.A.O "Per conoscere gli altri: Al confine tra oriente e occidente: relazione e conflitto", tenutosi a Milano il 2 Dicembre 2006. L'A., giornalista del Sole 24 Ore, da Baghdad traccia un quadro sconfortante della situazione in Iraq: almeno tremila morti al mese, segni di collasso dello stato ovunque: infrastrutture, prezzi, sicurezza. La disfatta americana in Iraq ha già avuto conseguenze devastanti e presto t ...; [Leggi tutto...] L'articolo riporta il contributo presentato al convegno organizzato dall'Is.I.A.O "Per conoscere gli altri: Al confine tra oriente e occidente: relazione e conflitto", tenutosi a Milano il 2 Dicembre 2006. L'A., giornalista del Sole 24 Ore, da Baghdad traccia un quadro sconfortante della situazione in Iraq: almeno tremila morti al mese, segni di collasso dello stato ovunque: infrastrutture, prezzi, sicurezza. La disfatta americana in Iraq ha già avuto conseguenze devastanti e presto tutti ne pagheranno il conto

Abstract/Sommario: Il fascicolo monografico raccoglie gli interventi presentati nel corso del convegno realizzato dalla Sezione Lombarda dell'Is.I.A.O. in collaborazione con la Casa della Cultura il 2 dicembre 2006 a Milano. Si danno notizie dei singoli interventi nelle schede relative

Abstract/Sommario: L'articolo riporta il contributo presentato al convegno organizzato dall'Is.I.A.O "Per conoscere gli altri: Al confine tra oriente e occidente: relazione e conflitto", tenutosi a Milano il 2 Dicembre 2006. L'Indonesia è un paese che ha subito radicali trasformazioni dalla caduta della dittatura nel 1998, ma che ha visto il persistere di una situazione altamente conflittuale con la 'silent war' di Aceh, precipitata nel maggio 2003 con l'imposizione della legge marziale e l'invio di tru ...; [Leggi tutto...] L'articolo riporta il contributo presentato al convegno organizzato dall'Is.I.A.O "Per conoscere gli altri: Al confine tra oriente e occidente: relazione e conflitto", tenutosi a Milano il 2 Dicembre 2006. L'Indonesia è un paese che ha subito radicali trasformazioni dalla caduta della dittatura nel 1998, ma che ha visto il persistere di una situazione altamente conflittuale con la 'silent war' di Aceh, precipitata nel maggio 2003 con l'imposizione della legge marziale e l'invio di truppe nella penisola. La catastrofe dello tsunami nel dicembre 2004 e la mobilitazione di soccorsi internazionali nella zona hanno riaperto i negoziati tra i gruppi guerriglieri e il governo indonesiano

Abstract/Sommario: L'articolo riporta il contributo presentato al convegno organizzato dall'Is.I.A.O "Per conoscere gli altri: Al confine tra oriente e occidente: relazione e conflitto", tenutosi a Milano il 2 Dicembre 2006. La Turchia ha conosciuto una modernizzazione autoritaria ed è per questo che è ancora forte la tensione tra l'Occidente e l'Oriente, tra laicità e religione. Modernizzazione per la Turchia storicamente ha significato occidentalizzazione. Con la fondazione della Repubblica Turca nel ...; [Leggi tutto...] L'articolo riporta il contributo presentato al convegno organizzato dall'Is.I.A.O "Per conoscere gli altri: Al confine tra oriente e occidente: relazione e conflitto", tenutosi a Milano il 2 Dicembre 2006. La Turchia ha conosciuto una modernizzazione autoritaria ed è per questo che è ancora forte la tensione tra l'Occidente e l'Oriente, tra laicità e religione. Modernizzazione per la Turchia storicamente ha significato occidentalizzazione. Con la fondazione della Repubblica Turca nel 1923 Ataturk fece del nazionalismo, del riformismo sociale, del costituzionalismo e parlamentarismo i suoi principi costitutivi. Nel 1937 veniva costituzionalmente affermata la laicità dello stato: la religione islamica, ritenuta potenzialmente pericolosa se manipolata da forze reazionarie, veniva quindi ridotta a questione privata. La rapida modernizzazione della Turchia sotto il governo di Ataturk passò attraverso l'adozione della cultura occidentale, con riforme riguardanti anche l'abbigliamento, a discapito di una accettazione consapevole da parte della popolazione. Ma i kemalisti non riuscirono a rinunciare al ruolo paterno di guida, matenendo di fatto un autoritarismo dello stato. La situazione tra città e campagna rimaneva comunque disuguale: l'emigrazione turca verso l'occidente e il parziale ritorno in patria aumentò questo squilibrio, con una crescente urbanizzazione. L'articolo conclude con uno sguardo al presente: oggi la globalizzazione richiede la formulazione di una identità nuova.

Abstract/Sommario: L'articolo riporta il contributo presentato al convegno organizzato dall'Is.I.A.O "Per conoscere gli altri: Al confine tra oriente e occidente: relazione e conflitto", tenutosi a Milano il 2 Dicembre 2006. L'estrema rapidità dei cambiamenti sociali ed economici in India non ha precedenti in Occidente (forse solo la Cina sta vivendo simili trasformazioni). L'individuo si sente in preda all'alienazione. La richiesta che il moderno stato indiano avanza nei confronti degli individui è l'a ...; [Leggi tutto...] L'articolo riporta il contributo presentato al convegno organizzato dall'Is.I.A.O "Per conoscere gli altri: Al confine tra oriente e occidente: relazione e conflitto", tenutosi a Milano il 2 Dicembre 2006. L'estrema rapidità dei cambiamenti sociali ed economici in India non ha precedenti in Occidente (forse solo la Cina sta vivendo simili trasformazioni). L'individuo si sente in preda all'alienazione. La richiesta che il moderno stato indiano avanza nei confronti degli individui è l'assunzione di responsabilità individuali e la partecipazione consapevole alla vita collettiva. Ma il singolo ha alle spalle un modello sociale e famigliare differente, antico di tre millenni e profondamente radicato nell'inconscio collettivo in cui giocano un ruolo determinante la gerarchia, il ruolo, la funzione stabiliti dalal tradizione. Ma oggi la società sta cambiando e alla famiglia congiunta si sostituisce sempre più nelle città la famiglia mononucleare. L'A. ritiene che le donne hanno attualmente maggiori prospettive e che la quieta rivoluzione che esse stanno compiendo è una delle più grandi della storia ed è determinante per il cambiamento dell'India, anchese il confronto con gli uomini indiani è caratterizzato da un forte disagio. In un quadro di crescente individualismo richiesto dai mutamenti economici, è il sistema castale che torna ad essere una specie di garanzia e protezione: si assiste così allo sviluppo delle associazioni di casta, che si impegnano in investimenti, nella creazione di scuole, banche, ospedali e si sostegnono e informano tramite internet e giornali. Così le antiche caste si sono trasformate in agenzie di impiego e organi di pressione socio-politica. Se un tempo vi era tra di esse una sorta di equilibrio basato sull'interdipendenza, oggi sono in aperta contraddizione e si arriva al paradosso che le classi dominate riescono ad acquisire più privilegi delle dominanti, usando le rappresentanze democratiche. In questo complesso panorama sociale si inserisce il movimento dei tribali. Le classi più colpite sono la borghesia e il proletariato urbano. Anche culturalmente il cambiamento è schizofrenico: se il percorso spirituale individuale tradizionalmente conduceva a dissociarsi dalla società, in quanto il suo ultimo fine era l'affrancamento dalla vita mondana e non la sua modificazione la sfida odierna è come coniugare la realtà empirica del quotidiano con la realtà trascendentale dell'ideale (segue bibliografia)