Abstract/Sommario: La fotografia penetra in Giappone negli anni '60 dell'800: dapprima essa viene vista con sospetto in quanto strumento inventato dagli stranieri, capace di rubare l'anima del soggetto catturato dall'occhio della macchina fotografica. Tra i ponieri della fotografia in Giappone un ruolo di primo piano spetta a Felice Beato, che giunge nel Paese nel 1863, proprio nel tormentato periodo dell'apertura delle frontiere. Nato a Corfù nel 1833, è un fotografo professionista, che ben presto apre ...; [Leggi tutto...]
La fotografia penetra in Giappone negli anni '60 dell'800: dapprima essa viene vista con sospetto in quanto strumento inventato dagli stranieri, capace di rubare l'anima del soggetto catturato dall'occhio della macchina fotografica. Tra i ponieri della fotografia in Giappone un ruolo di primo piano spetta a Felice Beato, che giunge nel Paese nel 1863, proprio nel tormentato periodo dell'apertura delle frontiere. Nato a Corfù nel 1833, è un fotografo professionista, che ben presto apre un proprio studio a Yokohama. Qui pubblica nel 1868 due tomi di fotografie dal titolo : Photographic Views of Japan with historical and descriptive notes, una galleria di paesaggi e tipi umani. Le sue foto presentano un paese 'esotico' che poco o niente ha di 'europeo', contribuendo così a perpetuare un atteggiamento di compiaciuta superiorità etnocentrica occidentale. Ciò nonostante le sue fotografie rivestono un importante valore documentario
Abstract/Sommario: Gli Hui sono stati riconosciuti come una delle cinque nazionalità cinesi già alla nascita della Repubblica di Cina, nel 1911 e hanno visto riconfermato il loro status di minoranza nazionale nel 1949, alla nascita della Repubblica Popolare Cinese. Al loro interno gli Hui sono però un popolo non omogeneo a livello linguistico e religioso, pur rimanendo essi musulmani. L'articolo esamoina il valore simbolico e aggregativo che la moschea ricopre nell'attuale situazione. Politiche governati ...; [Leggi tutto...]
Gli Hui sono stati riconosciuti come una delle cinque nazionalità cinesi già alla nascita della Repubblica di Cina, nel 1911 e hanno visto riconfermato il loro status di minoranza nazionale nel 1949, alla nascita della Repubblica Popolare Cinese. Al loro interno gli Hui sono però un popolo non omogeneo a livello linguistico e religioso, pur rimanendo essi musulmani. L'articolo esamoina il valore simbolico e aggregativo che la moschea ricopre nell'attuale situazione. Politiche governative favorevoli e l'importante ruolo di mediazione che gli Hui rivestono fra la Cina e i partners medio-orientali hanno favorito l'insorgere di quello che è stato definito "Islamic revival" che ha portato questa minoranza a riscoprire con decisione le proprie radici etnoreligiose. L'articolo si sofferma in particolare sulla situazione e il ruolo di alcune moschee cinesi, sottolineando come esse vadano acquistando di visibilità e di caratteristiche proprie rispetto al territorio e alla situazione socio-politica del loro territorio
Abstract/Sommario: Il Seminario Lombardo per le Missioni Estere nacque a Milano nel 1850 con l'intento di formare sacerdoti diocesiani alla missione. Per quanto riguarda i primi missionari del Seminario ad Hong Kong, essi vi giunsero nel 1858 e, nel periodo considerato dallo studio (1858-1874) furono 16. Una successiva destinazione del Seminario Lombardo fu la provincia di Honan, in Cina dove sostituirono i lazzaristi dal 1869. Alcune delle figure di missionari presentati: Borgazzi, Timoleone Raimondi, ...; [Leggi tutto...]
Il Seminario Lombardo per le Missioni Estere nacque a Milano nel 1850 con l'intento di formare sacerdoti diocesiani alla missione. Per quanto riguarda i primi missionari del Seminario ad Hong Kong, essi vi giunsero nel 1858 e, nel periodo considerato dallo studio (1858-1874) furono 16. Una successiva destinazione del Seminario Lombardo fu la provincia di Honan, in Cina dove sostituirono i lazzaristi dal 1869. Alcune delle figure di missionari presentati: Borgazzi, Timoleone Raimondi, Giacomo Scurati, Simone Volonteri, Giuseppe Burghignoli, Gaetano Origo, Luigi Piazzoli. L'A. sottolinea le difficoltà nell'apprendere la lingua cinese, che si imparava 'sul campo' e spesso in mezzo a mille difficoltà materiali. Importante è capire quale fosse la formazione dei membri del Seminario Lombardo, che si basava su studi di teologia e storia ecclesiastica. Per quanto riguarda l'apprendimento delle lingue straniere erano previste lezioni di inglese e francese, ritenendo più utile che i missionari imparassero la lingua direttamente sul posto, evtando perdite di tempo negli studi preparatori. Inoltre a quell'epoca mancavano in Milano insegnanti adeguati allo studio del cinese, per non parlare di altre lingue orientali. Del resto i missionari del Seminario Lombardo inviati in Cina difficilmente ritornavano in patria (se non per gravi cause di malattia) e in tal modo era assai difficile poter trasmettere le conoscenze maturate in Cina ai nuovi arrivati nell'istituto