Abstract/Sommario: L'autore dell'articolo si chiede se sia possibile, a pochi mesi dalla morte di Papa Giovanni Paolo 2., tentare un bilancio del suo pontificato e pronunciarsi sulla sua eredità. Importante, a suo avviso, è capire quanto la comunità ecclesiale abbia recepito del suo insegnamento. Viene sottolineata in particolare l'importanza dei testi che tracciano le vie di un rinnovamento della chiesa e dei cristiani, nei quali il pontefice sembra voler scavalcare tutte le discussioni del post-concil ...; [Leggi tutto...]
L'autore dell'articolo si chiede se sia possibile, a pochi mesi dalla morte di Papa Giovanni Paolo 2., tentare un bilancio del suo pontificato e pronunciarsi sulla sua eredità. Importante, a suo avviso, è capire quanto la comunità ecclesiale abbia recepito del suo insegnamento. Viene sottolineata in particolare l'importanza dei testi che tracciano le vie di un rinnovamento della chiesa e dei cristiani, nei quali il pontefice sembra voler scavalcare tutte le discussioni del post-concilio per tornare alla radice dell'esperienza cristiana, rivolgendosi a tutti i credenti e domandando di ricostruire il tessuto della vita spirituale ed ecclesiale a partire dai fondamenti della fede. Ma, continua l'articolo, questa adesione sembra più rivolta al leader carismatico che al suo pensiero e non equivale ad un'adesione in toto al magistero di Giovanni Paolo 2. La conseguenza è una distonia tra il magistero dei pastori e la prassi dei fedeli, che è segno di un malessere nel corpo ecclesiale. Tuttavia, l'immediatezza del riferimento alla figura di Papa Wojtyla, avvertito come colui che, superando tutte le distanze, si è fatto vicino alla gente, lo ha trasformato in amico sincero, guida sicura, padre di cui fidarsi e a cui affidarsi