Abstract/Sommario: L'articolo esamina la dinamica sociale e territoriale di una popolazione di autoctoni andini che appartengono al movimento religioso dell'Association Evangélique de la Mission Israelita du Nouveau Pacte Universel (AEMINPU). Questi indigeni si sono recentemente stabiliti nella regione amazzonica, alle frontiere tra Perù, Colombia e Brasile. Nella loro reinterpretazione del giudaismo, questi contadini senza terra rivendicano un diritto di possesso divino sulle terre dell'Amazzonia peruvi ...; [Leggi tutto...]
L'articolo esamina la dinamica sociale e territoriale di una popolazione di autoctoni andini che appartengono al movimento religioso dell'Association Evangélique de la Mission Israelita du Nouveau Pacte Universel (AEMINPU). Questi indigeni si sono recentemente stabiliti nella regione amazzonica, alle frontiere tra Perù, Colombia e Brasile. Nella loro reinterpretazione del giudaismo, questi contadini senza terra rivendicano un diritto di possesso divino sulle terre dell'Amazzonia peruviana. Con un impegno di colonizzazione ben organizzato, i membri di questa associazione religiosa stabiliscono numerose colonie agricole, anche al di fuori dei terreni ancestrali delle popolazioni indigene locali. Sembra chiaro che questo progetto non tende solo alla produzione agricola, bensì a creare una regione autonoma e di espansione del potere politico-economico israelita su questo territorio, anche attraverso la conquista delle cariche amministrative ed istituzionali (sindaci, consigli comunali ecc.). Queste comunità sono fortemente chiuse e non consentono contatti ed alleanze con gli altri gruppi indigeni
Abstract/Sommario: La Chiesa Universale del Regno di Dio di Capo Verde, con circa 20.000 fedeli su 475.000 abitanti (4%) sta vivendo un notevole incremento nell'ultimo decennio, in questo arcipelago che è per il 93% cattolico. La rapida modernizzazione del Paese ha comunque avuto un impatto destabilizzante anche sulla società: l'aumento delle diseguaglianze sociali, che da molti è percepita come grande sofferenza. La Chiesa Universale risponde alle inquietudini e ai dubbi che nascono da questa situazioni ...; [Leggi tutto...]
La Chiesa Universale del Regno di Dio di Capo Verde, con circa 20.000 fedeli su 475.000 abitanti (4%) sta vivendo un notevole incremento nell'ultimo decennio, in questo arcipelago che è per il 93% cattolico. La rapida modernizzazione del Paese ha comunque avuto un impatto destabilizzante anche sulla società: l'aumento delle diseguaglianze sociali, che da molti è percepita come grande sofferenza. La Chiesa Universale risponde alle inquietudini e ai dubbi che nascono da questa situazioni promuovendo una atteggiamento di identità 'vincente'. Essa spinge i propri membri ad appropriarsi di questo cambiamento, come fatto ineluttabile della trasformazione sociale. Agendo con strumenti di persuasione ed auto-persuasione, la Chiesa Universale del Regno di Dio pone al primo posto la riuscita individuale, che dovrebbe liberare i credenti dalle vecchie forme di solidarietà, basandosi sulla autostima ed evitando implicitamente qualsiasi critica alla struttura socio-politica. Per la Chiesa Universale di Capo Verde il fedele, solo responsabile del proprio destino, è spronato, attraverso l'autostima, a guadagnarsi un posto nella società, che dovrebbe portare alla felicità. Ma in questo caso la felicità significa accesso ai beni di consumo
Abstract/Sommario: Le comunità indigene del Chiapas stanno vivendo un momento di accelerata differenziazione religiosa. Ampliando una tendenza in atto nel Messico, la popolazione cattolica, che costituiva oltre il 93% del totale qualche decennio or sono, in Chiapas è scesa al 63% nel 2000. I protestanti, e tra questi i pentecostali, sono in netta crescita. La geografia della de-cattolicizzazione coincide con quella delle periferie etniche, nelle zone dove la violenza agraria è più forte e dove la guer ...; [Leggi tutto...]
Le comunità indigene del Chiapas stanno vivendo un momento di accelerata differenziazione religiosa. Ampliando una tendenza in atto nel Messico, la popolazione cattolica, che costituiva oltre il 93% del totale qualche decennio or sono, in Chiapas è scesa al 63% nel 2000. I protestanti, e tra questi i pentecostali, sono in netta crescita. La geografia della de-cattolicizzazione coincide con quella delle periferie etniche, nelle zone dove la violenza agraria è più forte e dove la guerriglia zapatista è radicata. Nel Chiapas i gruppi etnici sono frammentati e negli anni passati le migrazioni hanno acuito questo fenomeno. Lo scissionismo religioso è stata una risposta di difesa al meccanismo di controllo e di dominio. Le organizzazioni religiose indigene non cattoliche sono per la quasi totalità 'evangeliche' (protestanti e pentecostali) e para-cristiane (Testimoni di Geova, Avventisti, Mormoni). Il pentecostalismo è il tipo di religiosità che li contraddistingue. Si tratta anzitutto di una teologia dello Spirito, che si riconduce agli Atti degli Apostoli (cap. 2), legata a un fondamentalismo biblico, che rifiuta un rapporto esegetico con la tradizione religiosa. Dono dello Spirito e escatologia sono i due poli di una teologia minimalista che nega la storicità. Nega l'importanza dello studio del testo biblico e ricorre a un rituale che permette di gestire l'emotività, attraverso momenti rituali collettivi che privilegiano il linguaggio e la lode, la glossolalia, le guarigioni e gli esorcismi. Molta parte ha il fatto che i protestanti tutelino l'etnicità, anche attraverso l'uso delle lingue locali, anche con traduzione dei Testi Sacri nelle varie lingue. In un Paese dove regna l'analfabetismo questo rafforza l'appartenenza etnica e lo sviluppo di stretti legami comunitari