Abstract/Sommario: Dopo oltre un secolo e mezzo i Cappuccini sono tornati in Russia. Vi arrivarono per la prima volta nel 1719 con i religiosi svizzeri che si stabilirono a Pietroburgo, per trasferirsi a Mosca nel 1725. I successori dello Zar Pietro il Grande non vedevano di buon occhio i missionari, arrivando anche alle deportazioni. Con il governo di Caterina II (1762) la situazione dei missionari fu compromessa da leggi restrittive: essi presero riparo in Georgia, restandovi sino al 1845. Ma la soppre ...; [Leggi tutto...]
Dopo oltre un secolo e mezzo i Cappuccini sono tornati in Russia. Vi arrivarono per la prima volta nel 1719 con i religiosi svizzeri che si stabilirono a Pietroburgo, per trasferirsi a Mosca nel 1725. I successori dello Zar Pietro il Grande non vedevano di buon occhio i missionari, arrivando anche alle deportazioni. Con il governo di Caterina II (1762) la situazione dei missionari fu compromessa da leggi restrittive: essi presero riparo in Georgia, restandovi sino al 1845. Ma la soppressione dei conventi mise temporanea fine alla presenza dei cappuccini in Russia. Ma dalla Polonia nel 1991 dieci cappuccini si stabilirono in Ucraina e, dal 2002 una nuova casa fu aperta in Russia. Un'indovinata pastorale differenziata cerca di raggiungere nuovi ambienti: sono già scaturite delle vocazioni locali
Abstract/Sommario: L'articolo riporta alcune pagine dell'autobiografia di Mons. Cirillo Zorhabian, vescovo cappuccino armeno, sulla persecuzione che coinvolse anche la sua famiglia, sterminata insieme a migliaia di connazionali. Il processo di beatificazione del vescovo (1881-1972) fu introdotto a Palermo. Il nulla osta da parte della Santa Sede fu concesso nel marzo 1985 ed è in corso il processo di beatificazione. Le parole del vescovo indicano che il piano diabolico del genocidio fu preparato dall'a ...; [Leggi tutto...] L'articolo riporta alcune pagine dell'autobiografia di Mons. Cirillo Zorhabian, vescovo cappuccino armeno, sulla persecuzione che coinvolse anche la sua famiglia, sterminata insieme a migliaia di connazionali. Il processo di beatificazione del vescovo (1881-1972) fu introdotto a Palermo. Il nulla osta da parte della Santa Sede fu concesso nel marzo 1985 ed è in corso il processo di beatificazione. Le parole del vescovo indicano che il piano diabolico del genocidio fu preparato dall'ambasciatore tedesco Wangenheim, amico intimo e consigliere di Talaat Pascià. I tedeschi avevano messo gli occhi sui territori armeni e meditavano di favorire l'emigrazione di massa di coloni tedeschi. Già dagli ultimi mesi del 1914 circolavano insistenti voci dei massacri di armeni nell'interno dell'Anatolia. Tristissima la sorte degli armeni di Ankara. Erano tutti cattolici, furono deportati in lontane regioni, decimati per strada e lasciati morire di stenti. Erano più di 20 mila, ma solo 500 tornarono alle loro case. Nel 1916 giunsero a Costantinopoli una schiera di missionari tedeschi, precursori dei coloni che avrebbero dovuto occupare le terre armene. Vi erano numerosi cappuccini, che portarono soccorso agli armeni. P. Riccardo da Rosenheim liberò dagli harem parecchie centinaia di donne armene e rinfacciò sui giornali alla Germania di essersi alleata con la Turchia.