Abstract/Sommario: L'8 dicembre 2005 i Cattolici hanno celebrato il 40. anniversario della chiusura del Concilio Vaticano 2. (1962-1965). Per la Chiesa dell'Asia cosa significa questo anniversario?. Il gesuita filippino Francisco F. Claver nel suo articolo: "L'Eglise en Asie vingt ans et quarante ans après Vatican 2. : Réflexions personnelles. 1985-2005" parte da ciò che, a suo avviso, è stata l'idea chiave del Concilio, la "partecipazione", e si interroga sulla risposta data delle Chiese dell'Asia per ...; [Leggi tutto...]
L'8 dicembre 2005 i Cattolici hanno celebrato il 40. anniversario della chiusura del Concilio Vaticano 2. (1962-1965). Per la Chiesa dell'Asia cosa significa questo anniversario?. Il gesuita filippino Francisco F. Claver nel suo articolo: "L'Eglise en Asie vingt ans et quarante ans après Vatican 2. : Réflexions personnelles. 1985-2005" parte da ciò che, a suo avviso, è stata l'idea chiave del Concilio, la "partecipazione", e si interroga sulla risposta data delle Chiese dell'Asia per essere "più partecipative". Julma C. Neo, religiosa filippina delle Figlie della Carità di San Vincenzo nell'articolo : "La vie consacrée en Asie quarante ans après Vatican 2.: Réalités et défis", sviluppa la sua riflessione sulla vita consacrata in Asia oggi, intorno a un triplo appello ad essere servitori, mistici e profeti. P. Peter C. Phan, di origine vietnamita ed attualmente professore all'università di Georgetown (Washington, DC) nell'articolo: " L'accueil de Vatican 2. en Asie : Analyse historique et théologique" propone un'analisi basata su uno studio puntuale (traduzione di documenti conciliari nelle differenti lingue asiatiche, inculturazione, dialogo interreligioso, unità ecumenica, lo slancio missionario). Analizza altresì l'importanza della FABC quale strumento di realizzazione dei dettami del Vaticano 2. nei rispettivi paesi asiatici. Sottolinea che in quarant'anni molto è stato fatto, ma molto resta ancora da fare. La conclusione dell'articolo sottolinea che il Sinodo dei vescovi Asiatici, nel 1998 ha innescato un movimento di ritorno, trasmettendo le loro esperienze pastorali e di fede dalle Chiese dell'Asia a Roma e al resto della Chiesa cattolica