Abstract/Sommario: 17 nazioni africane, in gran parte ex-colonie francesi, formalmente libere da mezzo secolo, sono ancora alla ricerca di un assetto democratico, ma sono sottoposte all'influenza politica ed economica dell'Europa, degli Usa e della Cina. Gli articoli del dossier: Ineluttabili e insidiose : 50 anni di indipendenze : panoramica storica / François Misser (i 17 paesi africani che nel 2010 celebrano i cinquant'anni della loro indipendenza. Ineluttabile risultato di un processo di decolonizzaz ...; [Leggi tutto...]
17 nazioni africane, in gran parte ex-colonie francesi, formalmente libere da mezzo secolo, sono ancora alla ricerca di un assetto democratico, ma sono sottoposte all'influenza politica ed economica dell'Europa, degli Usa e della Cina. Gli articoli del dossier: Ineluttabili e insidiose : 50 anni di indipendenze : panoramica storica / François Misser (i 17 paesi africani che nel 2010 celebrano i cinquant'anni della loro indipendenza. Ineluttabile risultato di un processo di decolonizzazione al quale gli ex paesi coloniali hanno tentato di adattarsi conservando al massimo la loro influenza); Il fattore R : il ruolo delle Chiese e dei movimenti religiosi / Luciano Ardesi (le religioni, già coinvolte nei vari processi di resistenza alla penetrazione coloniale, sono state protagoniste anche nella decolonizzazione del continente. I missionari sono invitati ad accettare un ruolo di 'assistenza' lasciando nelle mani del clero locale la gestione della comunità. Il fatto decisamente nuovo che precede le indipendenze africane è rappresentato dall'irrompere di nuovi movimenti religiosi, spesso chiamati 'chiese africane indipendenti'. Il centro di nascita e di sviluppo dei primi movimenti religiosi è l'Africa Australe e il bacino del fiume Congo. In Sudafrica e Rhodesia, dove le Chiese storiche appaiono agli occhi degli africani troppo colluse con il potere bianco, i cristiani neri danno vita ad un proliferare di movimenti indipendenti. Nel bacino del Congo è Simon Kimbangu, già catechista anglicano, a fondare una sua chiesa, che riveste subito carattere politico. la chiesa kimbanguista cresce e si sviluppa nonostante l'imprigionamento e la morte del suo leader. Altri leader profetici seguiranno questa strada, che spesso conduce al loro assassinio. Raggiunta l'indipendenza il fattore religioso continua ad avere il suo peso quale espressione di un'identità etnica che il potere centrale ha sempre cercato di annullare. Non ultimo l' Islam sta vivendo una profonda trasformazione con l'irrompere dei movimenti fondamentalisti. Le chiese cristiane cercano un dialogo con la galassia delle chiese indipendenti africane); I dolori della 'giovane Africa' / Angelo Turco (il più grave danno del colonialismo è l'interruzione dell'elaborazione politica in Africa. All'atto dell'indipendenza arrivano le democrazie 'paracadutate' dall'alto senza radicamento nelle realtà territoriali africane. Di fatto è l'universo urbano che partecipa al grande banchetto: il mondo dei villaggi resta escluso dai circuiti della spartizione, della corruzione e della partecipazione politica. Ben presto le città diventano sacche di miseria, una specie di bomba ad orologeria che condiziona l'intero processo politico); Indipendente? Dipende / Angelo Turco (L'Africa nelle strategie geo-politiche dei 'Grandi' paesi, dalla Guerra Fredda, alla Globalizzazione sino al terrorismo e contro-terrorismo. E infine, la crisi della bolla finanziaria dei mercati internazionali); Urge cittadinanza / Luciano Ardesi ( in Africa la democrazia zoppica e numerose sono le sfide aperte :governi dittatoriali, diritti umani e civili, tra i quali la libertà di stampa); Europa, madre e matrigna / François Misser (rimane forte la dipendenza dall'UE in tutti gli ambiti: politica, commercio, finanza, moneta, difesa, informazione, aiuto allo sviluppo. Ma si fa largo la Cina); Uniti, sulla carta... / Luciano Ardesi (l'ideale unitario, prima con l'Organizzazione dell'unità africana e poi con l'Unione africana, non è servito fin ora a scongiurare i conflitti maggiori, a scongiurare i golpe e nemmeno a creare un mercato comune