Monografia a stampa
Milano : Morellini, [2005]
Abstract/Sommario: Una polifonia della guerra e dell'esilio, un romanzo corale nel quale cinque voci si sovrappongono senza mai confondersi. Sullo sfondo, il Gibuti, nel corno d'Africa, stato-cerniera tra Africa bianca e Africa nera, ultima terra ad ottenere l'indipendenza dalla madrepatria, la Francia. Bashir Bin Laden e Harbi si incrociano nella zona transit dell'aeroporto Charles De Gaulle, senza conoscersi e senza avere nulla in comune se non la provenienza da Gibuti e la ricerca di asilo. Bashir, me ...; [Leggi tutto...]
Una polifonia della guerra e dell'esilio, un romanzo corale nel quale cinque voci si sovrappongono senza mai confondersi. Sullo sfondo, il Gibuti, nel corno d'Africa, stato-cerniera tra Africa bianca e Africa nera, ultima terra ad ottenere l'indipendenza dalla madrepatria, la Francia. Bashir Bin Laden e Harbi si incrociano nella zona transit dell'aeroporto Charles De Gaulle, senza conoscersi e senza avere nulla in comune se non la provenienza da Gibuti e la ricerca di asilo. Bashir, mercenario dal linguaggio crudo e sgrammaticato, interpreta l'altra faccia del terrorismo: 'Colpivamo col manganello le persone per strada per ridere, saccheggiavamo i negozi per la merce. Scopavamo le ragazze di giorno e di notte'. Harbi, intellettuale disilluso, è ormai stanco e sconfitto dopo gli anni della lotta politica a Gibuti e dell'idealismo, anche se la passione civile lo riporta indietro. Alle loro voci di affiancano quelle di Alice, moglie bretone di Harbi, che mescola i ricordi della sua terra d'origine con quelli del confronto-scontro con la cultura di un altro pianeta; il figlio Abdo-Julien, che coi suoi 17 anni rielabora il vissuto della stagione degli anni 70 trasmessogli dai suoi genitori e le sue passioni da adolescente; Awaleh, padre di Harbi, ultimo testimone delle radici nomadi, delle leggende e dela lingua del deserto. Scritto in una lingua matura e bellissima, in cui si mescolano immagini poetiche, ironiche e crude, Transit non ha personaggi buoni e cattivi: ogni punto di vista ha una propria dignità, anche lo spietato mercenaio rivendica la libertà di essere cattivi