Monografia a stampa
La legazione Mezzabarba in Cina, 1720-1721
Napoli : [s. n.], 1989 Ercolano : La buona stampa
Abstract/Sommario:
da Wikipedia (Internet)
Mons. Mezzabarba fu delegato dal papa Clemente 11. in Cina per fare accettare la Bolla "Ex illa die" ((marzo 1715) nella quale venivano condannati i "riti cinesi" considerati dai gesuiti come semplici usanze civili e della cui accettazione si faceva promotore anche l'imperatore. L'opera del M. sembra avere creato ancor più confusione sulla questione dei riti perché concesse 8 casi in cui i riti si potevano compiere, eccezioni che in seguito a Roma furono dich ...; [leggi tutto]
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Mons. Mezzabarba fu delegato dal papa Clemente 11. in Cina per fare accettare la Bolla "Ex illa die" ((marzo 1715) nella quale venivano condannati i "riti cinesi" considerati dai gesuiti come semplici usanze civili e della cui accettazione si faceva promotore anche l'imperatore. L'opera del M. sembra avere creato ancor più confusione sulla questione dei riti perché concesse 8 casi in cui i riti si potevano compiere, eccezioni che in seguito a Roma furono dichiarati contrari alle indicazioni pontificie
Le tappe della controversia sui Riti Cinesi
Un primo pronunciamento di condanna da parte della Santa Sede sul problema dei "riti cinesi", si ebbe nel 1645, dopo che il domenicano Morales sottopose al Sant'Uffizio una serie di critiche verso le pratiche adottate fino a quel momento dai Gesuiti. Quando il gesuita Martini si reco' a Roma per sostenere le proprie posizioni, Papa Alessandro VII emise un nuovo decreto piu' permissivo nel 1656; a cui segui' nel 1659, quindi sempre sotto il Pontificato di Alessandro VII, il pronunciamento di Propaganda Fide, sopra citato. Nel 1669 la Santa Sede emise un nuovo decreto di fatto equidistante tra le due posizioni, in cui si demandava ai missionari l'assunzione delle decisioni sul comportamenti da tenere caso per caso. Una svolta decisiva alla vicenda dei Riti venne impressa dal Vicario del Fujian Charles Maigrot, che nel 1693 emise un decreto, formalmente valido solo per la sua giurisdizione ma che di fatto influenzò tutti i missionari di Cina, che proibiva l'uso dei nomi "Tian" e "Shàngdi" per indicare il Dio dei Cristiani, proibiva l'uso delle tavolette dei defunti con l'iscrizione che significava "Sede dell'Anima", e proibiva ai convertiti di partecipare ai riti equinoziali in onore di Confucio e del Cielo.
La situazione si fece molto più tesa tra la fine del secolo e l'inizio di quello successivo. Nel novembre 1700 i Gesuiti fecero una importante contro-mossa redigendo un documento sulla identita' dei riti confuciani e sottoponendolo all'Imperatore Kangxi, che lo approvo'. Nel novembre 1704 il Sant'Uffizio produsse la Costituzione Apostolica "Cum Deus Optimus" che sostanzialmente assumeva e ufficializzava i contenuti del decreto di Maigrot. Nel 1705 il Legato pontificio, cardinale Maillard de Tournon, fu inviato in Cina con l'obiettivo di pubblicare quel decreto e di costringere tutti i missionari ad obbedire alla autorita' papale.
Ma il risultato che ottenne fu una reazione molto negativa dell'imperatore Kangxi, che emano' un decreto per regolamentare rigidamente la presenza e la attivita' dei missionari occidentali in Cina (il Decreto sul "Piao", Dicembre 1706). In conseguenza di ciò il Legato emanò a sua volta un decreto (Decreto di Nanchino, Febbraio 1707) con cui ribadiva le proibizioni della Santa Sede e dava indicazioni ai missionari sul comportamento da tenere nei confronti dell'Imperatore. Questo provvedimento venne poi approvato dalla Santa Sede nel Settembre 1710, prima che giungesse a Roma la notizia della morte di Tournon, avvenuta nel Giugno di quell'anno a Macao.
Nel Marzo 1715 Papa Clemente XI emanò quella che nelle intenzioni doveva essere l'ultima parola sulla questione: la Bolla "Ex Illa Die", che ribadiva e confermava tutte le proibizioni del decreto del 1704. Ma la vicenda fu tutt'altro che conclusa.
I Gesuiti di Pechino si rifiutarono di accettare la Bolla ed obbedire alle sue direttive, e si autosospesero dall'amministrazione dei sacramenti, sostenendo che non era possibile fare missione in Cina seguendo quelle proibizioni; mentre altri missionari (propagandisti, francescani, domenicani, M.E.P.) continuarono a fare attività pastorale seguendo le direttive della Santa Sede.
Per pubblicare la Bolla con tutta l'autorità della Santa Sede, Clemente XI inviò in Cina un nuovo Legato, nella persona di Carlo Ambrogio Mezzabarba, che giunse a Pechino alla fine del 1720. Questa seconda legazione fu condotta con maggiore diplomazia e giunse quasi ad una positiva conclusione con la famosa udienza del 14 gennaio 1721. Ma anche allora la situazione precipitò e il Legato ritornò in Europa senza riportare un significativo successo, neanche concedendo le cosidette "Otto Permissioni", che tentavano, peraltro invano, di venire incontro alle pretese dei Gesuiti.
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