Monografia a stampa
Vinti e vincitori : i protagonisti di fine secolo
Milano : Baldini & Castoldi, [1999]
Abstract/Sommario:
In questo suo Vinti e vincitori (Baldini & Castoldi, pagg. 320, lire 32.000), Jas Gawronski ha raccolto gli incontri della sua doppia vita professionale. Il giornalista che fu sino all' 81, e poi il parlamentare: deputato europeo tra il 1981 e il ' 94, senatore dal ' 96. Si tratta di incontri con personaggi che hanno avuto un grande spicco sul fondale degli ultimi decenni, da Chang Kai-Shek alla signora Thatcher, da Malcolm X a Giovanni Paolo II, da Fidel Castro all' ayatollah Khomeini ...; [leggi tutto]
In questo suo Vinti e vincitori (Baldini & Castoldi, pagg. 320, lire 32.000), Jas Gawronski ha raccolto gli incontri della sua doppia vita professionale. Il giornalista che fu sino all' 81, e poi il parlamentare: deputato europeo tra il 1981 e il ' 94, senatore dal ' 96. Si tratta di incontri con personaggi che hanno avuto un grande spicco sul fondale degli ultimi decenni, da Chang Kai-Shek alla signora Thatcher, da Malcolm X a Giovanni Paolo II, da Fidel Castro all' ayatollah Khomeini, da Gyorgy Lukacs a Todor Zhivkov, oltre ai protagonisti della crisi polacca che tra l' 80 e l' 89 fece da innesco al crollo comunista: Lech Walesa e Tadeusz Mazowiecki, il generale Jaruzelski, il cardinale Glemp, e i due cervelli di Solidarnosc, Bronislav Geremek e Adam Michnik. Quanto all' approccio con questi personaggi, esso è sempre lo stesso del Gawronski giornalista, anche quando gli incontri sono del suo periodo di parlamentare. Pochi fronzoli, cioè, e parecchia sostanza. Un intervistatore che incalza l' intervistato, anche quando si tratta del Pontefice romano, con domande precise ed essenziali, impedendogli di rifugiarsi nel vago, e spesso ottenendone - come nel caso di Giovanni Paolo II, di Jaruzelski e di Fidel Castro - rivelazioni importanti su momenti di rilevanza storica che erano restati ancora non del tutto chiari. Il cardine del libro è rappresentato dalla celebre intervista con papa Wojtyla del ' 93. "Scoop" senza precedenti, e mai più ripetuto. In quell' intervista un papa discorreva dei massimi problemi morali e politici del suo tempo: la dissoluzione del comunismo, la spiritualità del mondo capitalista e quella dei paesi usciti "dalle sofferenze" del periodo comunista, le guerre giuste e quelle ingiuste (giusto era allora l' intervento degli occidentali in Bosnia, mentre non è tale - chi sa perché - l' intervento per il Kosovo), la Polonia di prima e dopo, il capitalismo "selvaggio", i rapporti con la Chiesa d' Oriente. Una rassegna di interrogativi spirituali e questioni materiali più ampia, più fitta e dettagliata, di quella che avrebbe potuto uscire da due o tre encicliche. E tuttavia è la parte delle interviste polacche (il papa a parte), che a me sembra il capitolo più denso e significativo di Vinti e vincitori. Perché la transizione polacca è forse lo snodo decisivo di quel che è accaduto nell' ultimo ventennio del secolo. Fu lì che assistemmo - tra il ' 79 e l' 89 - all' eclisse di quelle che erano state per quarant' anni e più le "due Europe". Al ricongiungimento tra l' Occidente e i paesi dell' Europa centrorientale, che il comunismo aveva "sequestrato" (per usare l' espressione di Milan Kundera), allontanandoli dalla cultura e dalla storia europee. Certo, il momento cruciale di quel processo fu la caduta del Muro. Ma niente sarebbe stato possibile senza la "rivolta" polacca. Gli scioperi dell' agosto ' 80 a Danzica, la comparsa d' un forte movimento operaio di tendenza anticomunista, i quasi dieci anni di continue turbolenze sociali e politiche che logorarono non soltanto il regime di Varsavia ma anche l' intero blocco sovietico. Nelle interviste di Gawronski ai leaders di quella rivolta e al loro incerto, ambiguo (e forse provvidenziale) antagonista - il generale Jaruzelski -, la transizione polacca è ricostruita in tutte le sue fasi, con una serie di dettagli inediti. Il che basta per assicurare a Vinti e vincitori un' utilità quasi sempre assente dai libri in cui i giornalisti raccolgono i loro articoli, convinti - assolutamente a torto - che un articolo di giornale possa conservare un senso anche il giorno dopo la sua pubblicazione. - di SANDRO VIOLA
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