Abstract/Sommario: Il Vietnam è il secondo paese asiatico per popolazione cattolica dopo le Filippine: 6 milioni di fedeli, pari al 7% della popolazione. Dopo le persecuzioni degli anni Settanta si moltiplicano i segnali positivi per i cattolici, anche se la libertà non può dirsi ancora piena. Il cardinale Jean Baptiste Pham Minh Man, arcivescovo di Ho Chi Minh City, pur constatando le limitazioni tutt'ora esistenti afferma di 'aver cercato di migliorare le relazioni con il governo incontrando e lavora ...; [Leggi tutto...]
Il Vietnam è il secondo paese asiatico per popolazione cattolica dopo le Filippine: 6 milioni di fedeli, pari al 7% della popolazione. Dopo le persecuzioni degli anni Settanta si moltiplicano i segnali positivi per i cattolici, anche se la libertà non può dirsi ancora piena. Il cardinale Jean Baptiste Pham Minh Man, arcivescovo di Ho Chi Minh City, pur constatando le limitazioni tutt'ora esistenti afferma di 'aver cercato di migliorare le relazioni con il governo incontrando e lavorando con le autorità'. E taluni funzionari statali di alto livello arrivano ora a considerare i cattolici una forza spirituale che può servire al paese: resta il problema di dover aspettare che anche le autorità locali mutino il loro atteggiamento verso la Chiesa. In diverse città si sono svolte proteste e preghiere pubbliche per ottenere la restituzione degli edifici di proprietà ecclesiastica espropriati al momento della presa di potere dei comunisti. Si stanno sviluppando i rapporti diplomatici tra Santa Sede e governo vietnamita, sino alla decisione, nel giugno 2008, di costituire un 'gruppo di lavoro' per arrivare alle relazioni diplomatiche
Abstract/Sommario: La traduzione dei testi sacri è un lavoro linguistico e culturale estremamente importante per fondare la Chiesa e la fede tra le popolazioni autoctone. Gli articoli: Come di dice Gesù in "giziga"? / Piero Gheddo, Pime (l'esperienza di alcuni missionari del Pime in Camerun: p. Cappelletti e p. Frigerio da oltre trent'anni si sono impegnati nella traduzione del messale, dei Salmi e del Vangelo di san Marco e san Luca, oltre che a canti e preghiere, in lingua tupuri, che è parlata da cir ...; [Leggi tutto...]
La traduzione dei testi sacri è un lavoro linguistico e culturale estremamente importante per fondare la Chiesa e la fede tra le popolazioni autoctone. Gli articoli: Come di dice Gesù in "giziga"? / Piero Gheddo, Pime (l'esperienza di alcuni missionari del Pime in Camerun: p. Cappelletti e p. Frigerio da oltre trent'anni si sono impegnati nella traduzione del messale, dei Salmi e del Vangelo di san Marco e san Luca, oltre che a canti e preghiere, in lingua tupuri, che è parlata da circa mezzo milione di persone. Non basta tradurre le singole parole, bisogna anche trasmettere il significato che avevano ai tempi di Gesù. P. Michielan, anch'egli missionario Pime in Camerun dal 1991 è parroco a Muturwa, fra i giziga. In questa lingua non esisteva quasi niente di scritto, ma grazie al materiale raccolto nella parrocchia da un suo predecessore degli Oblati ha portato a termine un dizionario francese-giziga. Parlando in francese non si riesce a farsi capire dalla gente, perchè il cristianesimo deve passare attraverso la loro lingua e cultura per farsi capire. Perciò egli ha approfondito lo studio della lingua presso un'Università francese e, ritornato a Muturwa, ha cominciato a comporre il primo dizionario francese-giziga e a collaborare con i protestanti per la traduzione della Bibbia: se in una lingua circolano due traduzioni divergenti del Vangelo, la credibilità del Vangelo è minata alle radici. Da 25 anni questo gruppo ecumenico di traduttori lavora sui testi sacri, e la loro collaborazione è provvidenziale anche per altre cose: ad esempio si stilano documenti comuni sulle situazioni locali. P. Michielan sottolinea che affinché le popolazioni capiscano la Bibbia, devono dirla con parole loro. Nel suo articolo "Dio parla le lingue del mondo', Lorenzo Fazzini riferisce del colloquio con il segretario dell'Alleanza biblica universale, il rev. Miller Milloy, presbiteriano. Presente in 150 Paesi, questo ente si fa promotore della diffusione della Sacra Scrittura. Delle 6.900 lingue presenti nel mondo, in quasi 450 c'è una traduzione completa della Bibbia; in 1,170 lingue è stato pubblicato il Nuovo Testamento. La maggior parte delle traduzioni contemporanee riguardano lingue di minoranze etniche: questo è importante perchè accresce il senso di appartenenza culturale e l'autostima di quei popoli. Per molti gruppi etnici la traduzione della Bibbia si accompagna ad una significativa crescita dell'alfabetizzazione. Inoltre vi sono numerosi esempi di collaborazione ecumenica per nuove traduzioni della Bibbia, che viene considerata un terreno comune su cui le diverse confessioni possono incontrarsi
Abstract/Sommario: P. Torriani, missionario del Pime a Mumbai, nell'articolo riflette sul tema del proselitismo e della conversione, del significato della missione e della testimonianza cristiana. Dove finisce la testimonianza e dove inizia il proselitismo? Partendo dalla sua esperienza personale, 38 anni di missione in India, della sua opera accanto ai lebbrosi, confessa di non aver mai convertito nessuno al cristianesimo, almeno nel senso di far cambiare religione, ma di aver provocato un "cambiament ...; [Leggi tutto...]
P. Torriani, missionario del Pime a Mumbai, nell'articolo riflette sul tema del proselitismo e della conversione, del significato della missione e della testimonianza cristiana. Dove finisce la testimonianza e dove inizia il proselitismo? Partendo dalla sua esperienza personale, 38 anni di missione in India, della sua opera accanto ai lebbrosi, confessa di non aver mai convertito nessuno al cristianesimo, almeno nel senso di far cambiare religione, ma di aver provocato un "cambiamento del cuore". Citando una frase di Gandhi, che impresse sull'immaginetta-ricordo della sua partenza per l'India nel 1969: "Io non cerco di dare ad un altro la mia religione, ma di permettergli di vedere Dio attraverso di me". Su questi temi si sono realizzati una serie di incontri tra esponenti di varie religioni promossi dal Consiglio mondiale delle Chiese: una chiara distinzione tra testimonianza e proselitismo diventa cruciale. I credenti hanno la libertà di convincere e di essere convinti da altri e nello stesso tempo di rispettare la libertà religiosa di tutti, la fedeltà alla propria tradizione e lealtà alla propria comunità. Anche il Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso, congiuntamente al Consigli mondiale delle Chiese, hanno avviato nel 2006 una riflessione comune sulla conversione. "Tutti hanno il diritto di invitare gli altri, ma tutti devono guardarsi dall'ossessione di convertire gli altri; tutti hanno la responsabilità di rispettare le fedi differenti dalla nostra, di non denigrarle, disprezzarle o svisarle per dimostrare la superiorità della nostra". Riconoscendo gli errori e le ingiustizie commesse nel passato, il documento congiunto ribadisce che le conversioni ottenute con mezzi non etici devono essere scoraggiate e rigettate; che l'assistenza umanitaria deve essere intrapresa senza secondi fini. P. Torriane si pone un interrogativo: si è davvero sinceri nel dialogo se desideriamo che l'altro si converta? L'articolo si conclude con le parole del dott. Ucko, pastore della Chiesa di Svezia , che si è impegnato nel Consiglio mondiale delle Chiese: " La conversione è opera di Dio. Noi dobbiamo solo testimoniare e pregare per un cambiamento del cuore, accettando la diversità di religioni come dono. Se così vissuta, ogni conversione sarà una ricchezza per entrambe le religioni: quella d'origine come quella d'approdo"
Abstract/Sommario: Dal 1. Congresso Missionario latinoamericano, tenutosi nel 1977 a Torreon in Messico per iniziativa delle Pontificie opere missionarie in collaborazione con le Conferenze episcopali, gli incontri si sono succeduti ogni quattro anni. Dal 1999, al 6. Congresso del Comla si è aggiunto anche quello del Cam (Congresso missionario americano, ampliato ai delegati degli Stati Uniti e del Canada), che da allora si tengono congiuntamente. A Quito, tra il 12 e il 17 agosto, si tiene il Comla8/Cam ...; [Leggi tutto...]
Dal 1. Congresso Missionario latinoamericano, tenutosi nel 1977 a Torreon in Messico per iniziativa delle Pontificie opere missionarie in collaborazione con le Conferenze episcopali, gli incontri si sono succeduti ogni quattro anni. Dal 1999, al 6. Congresso del Comla si è aggiunto anche quello del Cam (Congresso missionario americano, ampliato ai delegati degli Stati Uniti e del Canada), che da allora si tengono congiuntamente. A Quito, tra il 12 e il 17 agosto, si tiene il Comla8/Cam3. I congressi missionari sono uno strumento per risvegliare la coscienza missionaria delle chiese locali e per dare nuovo impulso alla missionarietà. L'intervista a p. Bonanomi, missionario della Consolara in Colombia dal 1979. Dopo la 5. Conferenza dell'episcopato latino americano (Aparecida, 2007) e l'invito rivolto alla Chiesa di porsi in "stato di missione perenne", superando una certa divisione presente nella chiesa latinoamericana tra pastorale ed attività missionaria, il coinvolgimento dei laici diventa punto centrale. Se l'opera di evangelizazione riguardava soprattutto gruppi non evangelizzati in territori marginali ed era affidata a missionari stranieri, al congresso di Quito la maggioranza dei 30.000 partecipanti sarà laica. A loro spetterà il compito di accogliere il messaggio dell'incontro e tradurlo in realtà nella vita delle comunità. Nella Chiesa americana convivono tendenze tra di loro distanti: la missione va comunque vista in ambiti articolati: nelle diverse comunità cristiane che devono convertirsi attraverso una 'nuova evangelizzazione'; tra i popoli indigeni e gli afro-americani, cioè la missione ad gentes all'interno dello stesso continente americano; ed infine nella realtà missionaria a livello mondiale. Sino ad ora il livello delle comunità cristiane è stato privilegiato. Ma la quotidianità della misisone in America latina sta cambiando per il peso dei popoli inigeni ed afro-americani, che hanno di fatto obbligato tutti i missionari a cambiare. Il rispetto delle culture. la condivisione delle lotte in difesa dei territori e dei diritti collettivi, l'appoggio a progetti di vita popri di questi popoli fanno parte della quotidianità della missione. Evangelizzare oggi significa difendere la vita, promuovere la giustizia e i diritti umani, riconoscere 'germi del Vangelo' nelle culture autoctone e farli crescere, costruendo così una nuova cattolicità come unità della diversità e non come uniformità rispetto ad un modello esterno
Abstract/Sommario: Nel 40. anniversario della nascita della Comunità di Bose, il fondatore Enzo Bianchi ripercorre il rapporto con la dimensione della missione "ad gentes". Benchè più volte invitata da vescovi africani o asiatici a creare fondazioni in quei continenti, la comunità di Bosè ha sempre detto di no e rimane fondamentalmente stanziale, nella convinzione di essere culturalmente europea. Ma le porte sono sempre aperte e si favoriscono le presenze di monaci dal sud del mondo, per fare esperienza ...; [Leggi tutto...]
Nel 40. anniversario della nascita della Comunità di Bose, il fondatore Enzo Bianchi ripercorre il rapporto con la dimensione della missione "ad gentes". Benchè più volte invitata da vescovi africani o asiatici a creare fondazioni in quei continenti, la comunità di Bosè ha sempre detto di no e rimane fondamentalmente stanziale, nella convinzione di essere culturalmente europea. Ma le porte sono sempre aperte e si favoriscono le presenze di monaci dal sud del mondo, per fare esperienza di vita monastica. Inoltre numerosi missionari trascorrono periodi in cui si 'ritemprano', forse perchè la dimensione della lettura della Bibbia a Bose è spoglia di cultura e più fedele alla Parola. Di fronte ad un innegabile calo delle vocazioni missionarie europee, ci si deve chiedere se non occorra trovare nuove forme per essere presenti in altri Paesi. L'inculturazione, anche se in alcuni paesi ha rischiato di mettere in secondo piano Gesù Cristo come unico salvatore, è necessaria: se il cristianesimo non si incultura, non è eloquente per gli uomini. Per quanto riguarda il flusso di vocazioni dal Sud del mondo verso l'Occidente il priore di Bose si dice perplesso per le conseguenze di uno sradicamento culturale e per il fatto di svuotare di nuove forze i paesi del Sud del mondo a favore dell'occidente.Sarebbe preferibile far crescere queste vocazioni affinchè costituiscano una presenza viva in quei Paesi
Abstract/Sommario: Nello speciale: Vent'anni di battaglie per la democrazia: dal movimento dell'88 alla protesta dei monaci (le tappe della lotta per la democrazia in Myanmar. Un movimento sotterraneo sta crescendo: il malcontento è a un punto di non ritorno, ma il cambiamento può avvenire solo con il sostegno della comunità internazionale); Nemmeno il ciclone apre i confini: l'ultimo scandalo del regime (Nemmeno le distruzioni provocate dal ciclone Nargis nel maggio 2008 hanno aperto le frontiere del M ...; [Leggi tutto...]
Nello speciale: Vent'anni di battaglie per la democrazia: dal movimento dell'88 alla protesta dei monaci (le tappe della lotta per la democrazia in Myanmar. Un movimento sotterraneo sta crescendo: il malcontento è a un punto di non ritorno, ma il cambiamento può avvenire solo con il sostegno della comunità internazionale); Nemmeno il ciclone apre i confini: l'ultimo scandalo del regime (Nemmeno le distruzioni provocate dal ciclone Nargis nel maggio 2008 hanno aperto le frontiere del Myanmar, riconfermando la triste immagine di un paese in ostaggio dei generali. Visti negati agli operatori umanitari per l'ossessione delle "spie" straniere. I pochi aiuti alimentari lasciati entrare sono stati utilizzati per il traffico sul mercato nero. Accuse rivolte al governo che volutamente ha lasciato senza aiuto le popolazioni colpite, appartenenti alla minoranza karen); "Ai lavori forzati perchè karen": il dramma delle minoranze sfollate ( un esule racconta l'inferno vissuto in uno dei "campi di ricollocazione" creati dal regime. Secondo l'organizzazione Thailand Burma Border Consortium, solo nel 2007 sono stati 76.000 i karen costretti a fuggire dalle loro case e almeno 137 i villagi distrutti. Si calcola che siano oramai mezzo milione i rifugiati interni nell'est del Myanmar, che vivono in condizioni disumane nelle giungle. 150.000 i birmani rifugiati in Thailandia, in campi profughi in condizioni disumane. Secondo il rapporto della ong Human Rights Watch Asia, molti degli sfollati birmani sono stati sgomberati per l'interesse della giunta verso aree atte a speculazioni economiche (sfrutamento di miniere o costruzione di dighe, centrali elettriche e gasdotti); Affari birmani nessuno resiste: business sporchi (paesi limitrofi e società multinazionali non hanno smesso di commerciare con il regime, che svende le enormi risorse del Myanmar); Chiesa, laboratorio di riconciliazione: il contributo dei cristiani di Yangon (La chiesa cattolica in Myanmar è due volte minoritaria: per il numero di fedeli, 630.000 in mezzo ad una netta maggioranza buddhista vale a dire l'1% della popolazione e perchè i cattolici appartengono quasi interamente a minoranze etniche, in particolare tribali karen e kayah. Tra limitazioni e difficoltà comuni all'intera società. i cristiani lavotrano a favore degli ultimi); Tra diplomazioa e sanzioni di facciata: La comunità internazionale (il veto della Cina e della Russia impedisce qualunque risoluzione ONU: le sanzioni economiche sono poca cosa poichè non toccano il campo delle risorse energetiche, essenziale per il flusso finanziario al regime)
Abstract/Sommario: P. Quirino De Ascanis, 100 anni il prossimo 5 Agosto 2008, missionario del Pime per 75 anni ad Hong Kong e nell'area limitrofa, è un testimone d'eccezione delle drammatiche trasformazioni storiche della presenza missionaria. La sua è una storia di eroica semplicità, tra guerre, povertà, arresti e persecuzioni. Ordinato sacerdote nel 1932, nel 1933 è a Hong Kong. La sua vita di missionario attraversa molti momenti difficili: occupanti giapponesi, nazionalisti cinesi, comunisti. Nel 1951 ...; [Leggi tutto...]
P. Quirino De Ascanis, 100 anni il prossimo 5 Agosto 2008, missionario del Pime per 75 anni ad Hong Kong e nell'area limitrofa, è un testimone d'eccezione delle drammatiche trasformazioni storiche della presenza missionaria. La sua è una storia di eroica semplicità, tra guerre, povertà, arresti e persecuzioni. Ordinato sacerdote nel 1932, nel 1933 è a Hong Kong. La sua vita di missionario attraversa molti momenti difficili: occupanti giapponesi, nazionalisti cinesi, comunisti. Nel 1951 rientra ad Hong Kong, dove dirigerà il seminario minore di Sai Kung; negli anni '60 costruisce la chiesa del Sacro Cuore che esiste tutt'ora. Preziose le sue riflessioni spirituali messe per iscritto dal 1966 al 1993 in 16 quaderni. P. Quirino è amato ed apprezzato da tutti per la sua autentica semplicità
Abstract/Sommario: Tra molte critiche e poche speranze procede il discusso lavoro dei giudici del Tribunale internazionale per il genocidio dei khmer rossi. Troppi i condizionamenti da parte del potere politico che non ha interesse a far luce sul passato. Il tribunale potrà giudicare solo quanto è stato compiuto tra il 17 aprile 1975, giorno dell'ingresso dei khmer rossi a Phnom Penh, e il 6 gennaio 1978, giorno precendete la caduta del regime di Pol Pot. Sin dall'inizio il governo ha fatto in modo che i ...; [Leggi tutto...]
Tra molte critiche e poche speranze procede il discusso lavoro dei giudici del Tribunale internazionale per il genocidio dei khmer rossi. Troppi i condizionamenti da parte del potere politico che non ha interesse a far luce sul passato. Il tribunale potrà giudicare solo quanto è stato compiuto tra il 17 aprile 1975, giorno dell'ingresso dei khmer rossi a Phnom Penh, e il 6 gennaio 1978, giorno precendete la caduta del regime di Pol Pot. Sin dall'inizio il governo ha fatto in modo che il processe avesse il minor impatto possibile sulla società cambogiana