Risultati ricerca | Biblioteca Centro Missionario P.I.M.E.

Copertina Le moschee e il territorio : I casi e i problemi

Le moschee e il territorio : I casi e i problemi / Lorenzo Prezzi

Abstract/Sommario: Gli immigrati musulmani in Italia sono circa 1.200.000, anche se è un fenomeno piuttosto recente. Già numerose le aperture di sale di preghiera, costruzioni di moschee non senza problemi. Le difficoltà non sono solo italiane. In un'indagine dell'Osservatorio sociale sull'immigrazione (Ministero Interni, 2008) il 55% degli intervistati ritiene che l'immigrazione islamica sia quella che crea maggiori problemi e si pronuncia per il 31% contro l'apertura di nuove moschee. I casi di [Leggi tutto...]

Copertina Nazionalismo e diritti umani : Le radici economico-sociali delle violenze anticristiane : India

Nazionalismo e diritti umani : Le radici economico-sociali delle violenze anticristiane : India / Michael Amaladoss, si

Abstract/Sommario: Se nel passato i conflitti tra indù e cristiani erano sporadici, i recenti assalti nell'Orissa e in altre regioni (2008) sono molto gravi. L'A. da una breve cronaca dei fatti e passa quindi ad una breve analisi politica del Movimento Hindutva (identità indù), un movimento autonomista che sfrutta il sentimento religioso per fini politici. Nato novanta anni fa da un gruppo chiamato Rashtriya Swayamsevak Sangh (RSS, Organizzazione Nazionale dei Volontari) raccoglie gli indù e dà loro un ...; [Leggi tutto...] Se nel passato i conflitti tra indù e cristiani erano sporadici, i recenti assalti nell'Orissa e in altre regioni (2008) sono molto gravi. L'A. da una breve cronaca dei fatti e passa quindi ad una breve analisi politica del Movimento Hindutva (identità indù), un movimento autonomista che sfrutta il sentimento religioso per fini politici. Nato novanta anni fa da un gruppo chiamato Rashtriya Swayamsevak Sangh (RSS, Organizzazione Nazionale dei Volontari) raccoglie gli indù e dà loro un addestramento paramilitare, instillando un forte senso di identità e una ferrea disciplina personale. L'ala politica è il Bharatiya Janata Party (BJP, Partito Popolare Indiano, che è stato al potere nel governo centrale e lo è ancora in alcuni stati. Si ramifica in altre organizzazioni culturali, sindacali, studentesche ecc. L'ideologia dell'hindutva ritiene l'induismo più una cultura che una religione e l'India madrepatria e terra santa, dalla quale devono essere allontanati i non indù. La nascita di uno stato laico non ha assopito questo movimento. Anzi una strategia da esso adottata è alimentare la paura di essere una minoranza. Ai cristiani viene rimproverato lo stretto nesso con il colonialismo e il proselitismo Le conversioni non hanno solo una valenza religiosa, ma anche politica e sociale. La situazione socio-economica nell'Orissa alla base delle violenze. Dalit cristiani convertiti e tribali hanno sviluppato un antagonismo per l'accesso ai programmi di promozione sociale. I dalit cristiani non sono riconosciuti come tribali, essendo per la loro conversione, al di fuori del sistema delle caste. I fondamentalisti indù hanno saputo sfruttare questi conflitti interni. Solo più giustizia ed eguaglianza, e meno povertà potrà smorzare queste violenze, in cui i poveri sono strumentalizzati per fini di casta, etnici e religiosi. I cristiani indiani hanno spostato la questione del conflitto dal piano religioso a quello dei diritti umani e della società civile: il diritto di ogni indiano di praticare la propria religione

Copertina Paternità spirituale : Il caso del monachesimo romeno

Paternità spirituale : Il caso del monachesimo romeno / Serafim di Germania

Abstract/Sommario: In occidente l'importanza attribuita alla Regola negli ordini monastici ha indebolito il ruolo del Padre spirituale. Prendendo spunto dalla situazione dei monasteri ortodossi romeni, l'A. presenta la figura del Padre Pisij di Silha, uno dei più grandi spirituali della Romania del sec. 20., morto a 90 anni nel 1990, nel monastero di Sihastria. Egli aveva il dono di attirare, di ispirare fiducia e di trovare sempre le risposte migliori alle domande più difficili: non fece miracoli, non e ...; [Leggi tutto...] In occidente l'importanza attribuita alla Regola negli ordini monastici ha indebolito il ruolo del Padre spirituale. Prendendo spunto dalla situazione dei monasteri ortodossi romeni, l'A. presenta la figura del Padre Pisij di Silha, uno dei più grandi spirituali della Romania del sec. 20., morto a 90 anni nel 1990, nel monastero di Sihastria. Egli aveva il dono di attirare, di ispirare fiducia e di trovare sempre le risposte migliori alle domande più difficili: non fece miracoli, non era un buon oratore, eppure la sua figura spirituale compassionevole e clemente ha sempre attirato numerosissimi fedeli. La maggior parte di essi andava da lui per confessarsi. Infatti il monachesimo in Romania è sempre stato aperto ai fedeli che trovavano nei monaci il perdono dei peccati nel sacramento della confessione, aiuto spirituale per mezzo della preghiera, della consolazione. Oggi in Romania si vive una crisi molto grave, dovuta proprio alla mancanza di Padri spirituali. Nonostante l'aumento delle vocazioni monacali, subito dopo la caduta del comunismo, ci si accorge che non si può edificare un'autentica comunità solo coi giovani senza esperienza della vita monastica. Molti visitatori dei monasteri non sono più devoti fedeli, ma semplici turisti. Inoltre i monaci sono in buon numero stipendiati dallo stato; nei monasteri c'è molto lavoro per la costruzione degli edifici e nei campi. Così molti monaci non hanno più tempo per la vita monastica in sé, per la preghiera e gli uffici quotidiani, per la lettura e formazione spirituale. Così i padri spirituali che potrebbero oggi assicurare una vera direzione spirituale sono pochi: a fatica sta nascendo una nuova generazione di padri spirituali. L'accento messo sulla confessione dei peccati e molto meno sulla comunione eucaristica è abbastanza specifico del monachesimo romeno. Rispetto all'ecumenismo, i padri spirituali romeni sentono l'influsso del Monte Athos, che è in generale antiecumenico, poiché vede nel dialogo ecumenico una sorta di mercanteggiamento